In questi giorni gli adesivi di Anna Frank in Curva Sud hanno suscitato un fortissimo clamore mediatico, creato dalla stampa e dalla politica, che come al solito ha colpito i tifosi Laziali.
Il fondatore degli Irriducibili Lazio, Antonio Grinta Bravaccini, attraverso il suo profilo Facebook ha parlato dell’accaduto. Ecco le sue parole: “La bandiera della Palestina (portata spesso nello stadio dagli Irriducibili, ndr) non era un adesivo ma una bandiera di una nazione “cancellata” e cacciata via dalla propria terra dal potere forte di una altra religione. Oggi stanno cercando di distruggere una tifoseria per degli adesivi, la nostra tifoseria ha sempre avuto una “storia propria” , per questo stiamo antipatici a tutti soprattutto a chi non è della nostra squadra e chi non ha mai vissuto direttamente la storia della tifoseria ultras Laziale. Scrivevano contro i nostri morti, sia calciatori che tifosi, e solo con la nostra forza ci siamo fatti rispettare, non certo ci hanno difeso i giornalisti e politici, proprio queste due “squallide professioni”, prima di accusare una tifoseria o un gruppo Ultras dovrebbero pensarci bene. Ormai il mondo “comunicativo” viene sconvolto da una foto sui social con degli adesivi. Ricordo a tutti quando ci accoglievano con il grido di “Fascisti” negli anni 70 , solo perché non avevamo striscioni o bandiere con Che Guevara. Città e tifoserie “politicizzate di colore rosso” aspettavano i Laziali perché non erano come loro politicamente, non per la squadra. Adesso nel 2017 tutti puntano il dito contro i Laziali per degli adesivi. E’ veramente cambiato tutto, ma resta difficile far cambiare gli ultras Laziali , quelli vecchi , quelli di mezza età, quelli giovani o ragazzini : gli ultras Laziali si difenderanno da soli … sono abituati!
Per sempre avanti Ultras Laziali !”
Antonio Grinta Bravaccini.
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