L’ex attaccante biancoceleste Roberto Rambaudi si è confessato in una lunga intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
Queste le parole di Rambaudi, che ha esordito con la sua esperienza alla guida dell’Asd Luiss, formazione di Promozione che allena dal 2016: “Potevo allenare tra i professionisti, ma lo faccio per passione. L’obiettivo? Si ottiene, non si dichiara. Voglio far crescere i miei giocatori con umiltà e sotto ogni aspetto, sia tecnico che caratteriale“.
‘RAMBO’ E ZEMAN
“Quando ero all’Atalanta avevo Lippi, lui e Zeman sono molto diversi ma con Marcello avevo un bel rapporto. E’ il numero uno nel leggere le partite. Quando andò a Napoli mi chiamò con lui, ma scelsi Sdengo e la Lazio…”. Poi prosegue: “Zeman deve lavorare con gente che ha fame! Il calcio di Zeman non è proponibile con giocatori che non hanno voglia di soffrire, ma ha successo con chi si vuole affermare“. Come il Foggia: “Stavamo bene, siamo cresciuti insieme nelle difficoltà. Il primo anno che ho fatto non potevamo uscire di casa, eravamo ultimi in classifica e ci rigavano le macchine, ci riempivano di insulti. Poi ci siamo salvati e l’anno successivo è arrivata la promozione in Serie A“.
SIGNORI
“E’ mio fratello. Abbiamo giocato tanti anni insieme, con Baiano stavamo benissimo in campo. Ricordo quando arrivò a Foggia, Zeman lo chiamò bomber e lui si stupii. Aveva segnato solo 5 gol con il Piacenza, poi…“.
CRAGNOTTI
“La Lazio mi ha fatto andare in Nazionale, ho vinto, è un grande club. E sono cresciuto con la squadra di Cragnotti. Un uomo che curava il dettaglio, che parlava spesso con noi. Voleva migliorarsi, è stata la sua forza“.
NEDVED E NESTA
“Nedved era un ragazzo umile che voleva emergere, è rimasto così anche adesso. Un professionista esemplare, dal calcio all’alimentazione. A pranzo mangiava sempre spaghetti e insalata. E pensare che quando arrivò dissero che era scarsissimo… Nesta? E’ cresciuto con noi, da ragazzino era già un fenomeno“.
GASCOIGNE
“Estroso in campo e fuori, faceva delle cose incredibili. Invitava i giornalisti al campo perché aveva indotto una conferenza. Debuttò in campionato e disse “ho fatto il mio”. Un bravo ragazzo, ma con quel problema lì dell’alcool. A fine allenamento andava al bar, prendeva una birra da due litri e se la beveva. Poi in Austria, durante il ritiro, andavamo in piscina e c’erano dei bambini che volevano fare la foto con lui, ma li metteva… sott’acqua. Poi tanti ritardi. Gli chiedevo: ‘Come mai hai fatto tardi?’ E lui: ‘Ci sono i fantasmi! Guardavo la tv e vedevo le lattine di birra che viaggiavano davanti a me’. Cose così“.
IL DERBY
“Bello, bellissimo. Io ne ho persi solo due, l’atmosfera è indescrivibile, fantastica. Quelle vittorie sono state incredibili. Abbiamo ancora il record di presenti, per capire il derby bisogna viverlo“.
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