Già era uomo-derby, da agosto anche anti-Juve, ora mette nel mirino il Milan. Quella rossonera, con il Napoli, è l’ultima grande imbattuta da quando Milinkovic è alla Lazio. Ora è lui amuleto e pozione anti-tabù. Più la Lazio è giù, più la tira su. Anche per questo lo scaramantico Lotito non l’ha mandato per 50 milioni all’Inter o alla Juve.
INZAGHI NON PUO’ FARNE A MENO
Sergej con l’ultima fucilata ha steso il Chievo. Ora punta il Milan, squadra forte e audace. Una diretta concorrente per la Champions. Milinkovic non può aver dimenticato la sua macchia nell’ultima sfida pareggiata 1-1. Il serbo perse palla a centrocampo e il gol che ne scaturì annullò il vantaggio del rigore di Biglia a pochi istanti dal termine. Non ripeterà un simile errore, ne va del suo onore. Adesso c’è un’altra motivazione, Milinkovic non è più un campioncino acerbo. Dopo le polemiche dei giorni scorsi per una possibile convocazione del Montenegro, Sergej sente questa rivelazione del suo ex allenatore dell’Under 21 Petkovic e ritorna allegro: «Il Ct Muslin ha sottolineato che le porte della Nazionale sono aperte a tutti. Si porterà Milinkovic direttamente al mondiale in Russia per vincere». Insomma, basta continuare a pedalare e correre.
IL SERBO E’ PRONTO
Era affaticato ma da ieri è da considerarsi recuperato. Una volta qualcuno lo riteneva troppo lento, ora il suo passo è accelerato. Incredibile la sua crescita da quando rifiutò Firenze per venire alla Lazio. Da allora 17 volte il suo nome sul tabellino, tra campionato e Coppa Italia. Una dote di 16 vittorie e un passaggio del turno. Nel 2015, 5,2 milioni più le commissioni al procuratore Kezman, fondamentale per la mancata firma coi viola e per il rinnovo sino al 2022. In Belgio assicurano che quest’estate sarebbero arrivati al Genk altri 10 milioni di bonus dopo la sua esplosione. Nulla in confronto a quanto Lotito un giorno potrà ricavare quando arriverà la definitiva consacrazione. Per ora ogni colpo di Milinkovic già vale un tesoro: quando segna, la Lazio vince sempre e parte il coro. Come ricorda Il Messaggero, Sergej è comunque sempre fondamentale. Top player nei passaggi (51 su 65), nei tocchi (84) e nei duelli aerei (3), anche a Verona questo gigante serbo senza nei.
TOCCA DI NUOVO A LUI
Ancora assente Nani, dovrà pensarci Milinkovic a castigare il Milan e a riunire i reparti. Inzaghi spera in un altro suo gol per scatenare l’inferno. Del resto, con Simoncino in panchina, otto sue reti hanno fruttato otto vittorie (sette, più il centro per la finale dell’ultima Coppa Italia persa). Inutile piangersi addosso per l’assenza di Felipe. Nel 3-5-2 Sergej in avanti rimette le ali e fa passare tutti i mali. In 40mila (al momento 11mila abbonati, 15mila biglietti venduti e 2mila ospiti) con lui vogliono alzare i boccali e festeggiare.
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