Questa settimana abbiamo avuto l’onore e il piacere di fare una chiacchierata con una leggenda del calcio italiano e internazionale: Dino Zoff, storico portiere che non ha bisogno di presentazioni, nonché allenatore di diverse squadre, tra cui la Lazio, per la quale ha assunto la guida tecnica in periodi differenti ricoprendo anche ruoli dirigenziali. Poche parole, ma sempre grande equilibrio e saggezza nelle opinioni. Il suo rapporto con i biancocelesti è stato sempre speciale e ancora oggi segue con interesse le vicende della squadra e della società.
Mister, cosa pensa della gestione di Inzaghi e come vede il suo secondo anno sulla panchina laziale?
“Inzaghi ha fatto certamente benissimo – spiega Zoff – e anche se adesso si parla tanto di progetti, penso che sia in grado di dare continuità al proprio lavoro. Progetti veri e propri sul lungo termine, vanno poi concordati con la proprietà”.
Da esperto del ruolo, crede che Strakosha possa essere già considerato un titolare fisso o la Lazio dovrebbe prendere un portiere di maggiore esperienza?
“Strakosha ha fatto bene e poi non dimentichiamo che c’è ancora Marchetti, il quale mi sembra possa dare delle garanzie in ogni caso. Riguardo Strakosha, penso abbia fatto molto bene nella passata stagione, considerando anche la giovane età. Non vedo perché non debba essere riconfermato, né perché non possa confermarsi nel rendimento”.
Quanto peserà l’addio di Biglia in campo e nello spogliatoio?
“Biglia è stato un giocatore molto importante – spiega Zoff – ma la società credo che lo abbia ceduto in un’ottica di poterlo sostituire degnamente e che abbia già iniziato a intervenire sul mercato. Penso che dalla sua partenza possano partire anche altri discorsi, sia in termini di cambiamenti nella rosa, sia di posizionamento degli uomini. Questo è, ovviamente, un discorso che affronterà l’allenatore. Credo che, comunque, la Lazio quest’anno possa dire la sua, nonostante veda la concorrenza più agguerrita, con Milan e Inter che stavolta si sono rinforzate”.
Quanto è stato importante inserire Peruzzi nello staff?
“Peruzzi è una persona a modo e credo che abbia dato un contributo di solidità ed equilibrio in più all’interno della società. Non si poteva che trarne giovamento”.
Al di là della solita domanda ‘su chi possa essere il nuovo Zoff’, piuttosto le chiedo se vede oggi dei giovani che rispecchiano i valori di grandi portieri, come lei e come tanti altri avuti dall’Italia. O forse siamo in un periodo dove la logica dell’usa e getta ha preso il sopravvento?
“Oggi non credo ci sia un ‘usa e getta’. È una logica che a volte sussiste perché ci sta che i risultati possano andare al di sotto delle previsioni. Ma se uno è bravo, oggi come prima, non vedo perché non possa venir fuori. L’umiltà deve essere la base. Devi capire che non hai mai finito di imparare e che si può sempre migliorare. I ragazzi di talento li abbiamo sempre avuti. I grandi talenti sono un discorso a parte, ma far emergere un giovane è sempre un dovere per le società. E, forse, oggi più di prima ci sono addirittura più giovani che potrebbero dire la loro nel calcio che conta. Mi sembra che ci siano delle buone generazioni. Vediamo”.
Diego Di Giuseppe
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