Da Lupo Alberto a Mago Alberto, tutto nel giro di un anno. Lo spagnolo arrivò ad agosto scorso per sostituire Candreva, ora invece è pronto a prendersi il posto di Biglia. Ci ha impiegato un po’ più del dovuto per ambientarsi alla Lazio. Solo nove presenze e un gol al Genoa nello scorso campionato.
L’ARRIVO ALLA LAZIO
L
o spagnolo arrivò a Formello dopo una stagione esaltante al Deportivo la Coruna, in cui mise a segno sei reti. Un’annata magica giocata sulla trequarti. Tanto che la Lazio sborsò una cifra molto vicina ai 5 milioni di euro per aggiudicarselo. È un cursore di fascia, dicevano. Simone ha provato a schierarlo più volte esterno al tridente ma i risultati non gli hanno dato ragione. Sboccia quasi per caso a primavera con quel destro a Marassi che regala ai biancocelesti un pareggio quasi insperato. Oggetto misterioso e quasi mai così utile per i meccanismi di Simone. Le vacanze però si sa portano consiglio e così, quasi per magia, Luis Alberto scopre una nuova vita. Facilitato dall’addio di Biglia e dall’arrivo di Leiva, un giocatore con caratteristiche più difensive che offensive, si ritrova a studiare da regista. Occhi sgranati a Formello nei primi giorni di ritiro, quando nella partitella in famiglia tira fuori le zanne e va a ringhiare sui compagni. Non era mai successo prima.
UN GIOCATORE TUTTO NUOVO
Arrivò in una torrida giornata estiva appesantito e stralunato, Inzaghi ora lo ha ritrovato tirato a lucido e con una gran voglia di giocare. È il Pirlo di Tare. Il paragone è assolutamente e volutamente azzardato ma va letto nel senso dell’evoluzione tattica. Da trequartista, quasi seconda punta, adesso si sta reinventando regista basso. Proprio come fece l’Andrea Nazionale. Ha il passo un po’ lento ma un piede sopraffino. Il tecnico biancoceleste lo ha subito posizionato in quel ruolo. Forse più per necessità all’inizio dato che Biglia non si era presentato in ritiro. Lo ha riproposto poi nello stesso ruolo convinto dalle prestazioni del giocatore. Ha caratteristiche offensive, verticalizza il gioco e ha un’ottima visione di gioco. «Biglia è il miglior play d’Italia», si è lasciato sfuggire Inzaghi nella conferenza stampa di chiusura del ritiro. Chiaro che Luis Alberto non sarà l’argentino ma di sicuro in rosa è quello che gli assomiglia di più.
LUIS ALBERTO STUDIA DA REGISTA
Serviva un test più attendibile ed è subito arrivato. Con la Spal ha nuovamente guidato la squadra e lo ha fatto tenendo sempre un discreto ritmo. La poca velocità di gioco era la critica che gli veniva fatta nei primi giorni. Ora invece si è sciolto, tanto che il tecnico lo ha tenuto in campo anche nella ripresa, quando ha inserito anche Leiva. Il brasiliano è un mediano, un recupera palloni. Ancora non ha mostrato qualità da regista tanto che Simone sta studiando una formula nuova per farli anche coesistere. Luis si è fatto spazio anche nello spogliatoio. Ha un grande feeling con Patric, i due sono inseparabili. Ora “El Mago”, come lo chiama il difensore biancoceleste, è pronto a prendersi una maglia titolare. Leiva è in ritardo di condizione, avrà bisogno di tempo per inserirsi nei meccanismi di Inzaghi. «Mi piace il ruolo di regista, ma posso adattarmi ovunque il mister me lo chieda», ha sottolineato lo stesso numero 18 laziale. E che non sia proprio lui il nuovo acquisto in quel ruolo?
SERVIRANNO TEST PIU’ ATTENDIBILI
Come riporta Il Messaggero servirà tempo e altri test per capire se sarà così. Nel frattempo i biancocelesti si godono tre giorni di riposo prima della nuova partenza per la seconda parte del ritiro. Due giorni di allenamenti a Formello e poi il 28 si volerà in Austria. La Lazio si allenerà a Walchsee nel distretto di Kufstein, non molto lontano da Salisburgo e da Grodig, dove il 30 potrebbe esserci l’amichevole con il Bayer Leverkusen. Il 5 altro test contro il Malaga. Serviranno per preparare la finale di Supercoppa italiana in programma il 13 agosto a Roma contro la Juventus. Sospiro di sollievo per Strakosha, gli esami hanno evidenziato solo una forte contusione con ematoma.
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