Il preparatore dei portieri della Lazio, Adalberto Grigioni, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio. Di seguito riportiamo le sue parole.
“Auronzo? Qui si lavora benissimo, la disponibilità, gli impianti,ci mettono nelle migliori condizioni di lavorare. Per me significa moltissimo perché sono dieci anni di Lazio, è una cosa che mi inorgoglisce molto. La prossima stagione? Vedo la Lazio molto vogliosa. C’è la comunità d’intenti soprattutto per Strakosha, la voglia di far bene. Negli ultimi anni abbiamo sempre stentato a ripeterci, quest’anno invece mi sembra che ci sia una buona sensazione“.
SULLA PREPARAZIONE DEI PORTIERI
“Lo staff? Al di là del fatto che è sempre un piacere avere con noi Peruzzi, sono felice che la società abbia avallato la mia volontà di avere qui Gianluca, perché in due si lavora molto meglio e i portieri si concentrano solo sul lavoro. Questo mi facilita molto il lavoro, sia nella qualità che nell’intensità, fattori fondamentali. Difficile allenare portieri diversi? Noi dobbiamo essere bravi a capire le caratteristiche dei vari portieri, l’età e certi aspetti tecnici e fisici. Con Angelo è stato facile perché era già strutturato, gli altri erano in fase di costruzione: Muslera era giovane e veniva dall’estero, Marchetti aveva sulle spalle un anno di inattività. Sono maniacale sulla fase di gioco, possiamo avvicinarci a certe situazioni da partita in allenamento ma più loro si mettono a disposizione in questo senso meglio si trovano la domenica. Cosa ha un buon portiere nel calcio moderno? Deve saper parare. Oggi si dice che il portiere debba saper usare i piedi, per me deve saperlo fare quanto basta. Quello che deve avere maggiormente è il fisico, la personalità, il giusto atteggiamento e una buona tecnica“.
SU STRAKOSHA
“È stata una piacevole sorpresa, deve crescere in personalità ma gioca serenamente, questo dà molta fiducia ai compagni. L’anno scorso non aveva nulla da perdere, è andato in campo tranquillo. Avendo fatto un buon campionato poi la squadra l’ha aiutato molto, questo conta per un portiere. Il ragazzo ha qualità, si allena bene, è attento. Speriamo bene“.
SU GUERRIERI
“Sono situazioni particolari. Guido ha pagato il girone d’andata disastroso del Trapani. Qui sono abituati ad avere certi concetti di lavoro, se a vent’anni vanno da qualche altra parte a lavorare diversamente gli vengono dei dubbi e questo non li aiuta. Per fare un esempio, sono stato chiamato dall’Udinese perché volevano sapere come fosse il preparatore dei portieri della Spal per Meret, dato che lo conosco. Quando si mandano in prestito i ragazzi bisogna farli andare da qualche parte dove ci sia continuità nel discorso tecnico, è un aspetto importante. Altrimenti i giovani rischiano di trovarsi in difficoltà, com’è successo a Strakosha a Salerno e a Guido a Trapani“.
SU VARGIC
“Ivan è un ragazzo straordinario, appena arrivato in Italia ha cominciato a prendere lezioni di italiano. Ha grande voglia di imparare, è stato l’unico che mi abbia mai chiesto dei libri riguardanti la preparazione dei portieri, è cresciuto tantissimo in quest’anno. L’età conta poco, ho avuto anche Ballotta a 40 anni e abbiamo fatto lavori interessanti. Non si finisce mai di imparare, soprattutto in questo ruolo. Quest’anno ho lavorato con quattro giovani perché considero anche Ivan un giovane. Si adatta moltissimo al lavoro ma ha le stesse problematiche, deve ancora capire come gestire certi momenti delle partite. Non ho trovato grosse differenze, siamo andati sempre tutti nella stessa direzione“.
SU ADAMONIS
“All’estero hanno un altro metodo, quando arrivano hanno difficoltà perché li correggono poco. In più quando si allena con la Primavera i ritmi sono diversi, lui è cresciuto moltissimo quando è venuto da noi. I primi tempi aveva un’autonomia di mezz’ora, adesso fa allenamenti di un’ora e mezza tranquillamente. Lui ha grandi qualità ma deve essere guidato perché ha ancora necessità di capire come si fa il portiere a livello professionistico in Italia“.
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