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Leonardi commenta la vicenda Keita: “La Lazio si è mossa tardi ma…”

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L’ex direttore generale del Parma, ma da sempre tifoso laziale, Pietro Leonardi ha parlato della spinosa situazione Keita.

Queste le parole di Leonardi a Radiosei in merito a Keita: “Da spettatore ho letto le dichiarazioni di Calenda e Tare, secondo me la società è in ritardo. Il discorso ora è complicato, se credi nel giocatore devi anticipare i tempi, altrimenti sei costretto a sottostare alle volontà sue e del suo procuratore. Se il mercato della Lazio si sta complicando? Mi è capitato da direttore dell’Udinese di arrivare in Champions League, quando fai stagioni importanti è inevitabile vendere se ci si trova in una società che fa di questo una base prioritaria. La Lazio ha fatto una stagione difficilmente immaginabile ad inizio anno, alla fine ha avuto anche qualche rimpianto ma comunque si è fatta notare, e con lei i suoi calciatori. Questo favorisce attenzione verso i giocatori, lo scorso anno non c’era tutto questo caos intorno alla Lazio”.

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MEGLIO CEDERE CHE TENERE CONTROVOGLIA

Sul discorso cessioni: “Parlare di attaccamento alla maglia conta poco, quando altri club offrono di più c’è poco da fare. Non bisogna tenere giocatori che hanno la volontà di partire. Si devono trovare sostituti all’altezza e andare avanti altrimenti si comincia male la stagione successiva. Noi in Champions facemmo una forzatura mantenendo la squadra così com’era per dieci undicesimi e ci salvammo a tre partite dalla fine del campionato. L’anno successivo invece abbiamo venduto molto e siamo ripartiti e tornati in Europa League. Quando si fanno stagioni importanti bisogna prevenire perché poi curare è impossibile. Tare in questi anni ha fatto arrivare giocatori sconosciuti che ora sono ottimi calciatori, ha fatto sempre bene“.

SQUALIFICA

Sulla sua squalifica: “Per tutti sono l’artefice del fallimento del Parma. Dopo che in sei anni ho portato quasi 200 milioni di plusvalenze nelle casse della società. Da una parte la magistratura di Bologna mi ha scagionato, dall’altra la FIGC mi condanna. Dovunque io sia stato ho pagato il fatto di essere romano. Sembrerà vittimismo ma è vero: da romano arrivare a certi livelli crea astio da parte degli altri. Pensano tutti che siamo furbi e arroganti”.

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