L’ex capitano della Lazio, Alessandro Nesta, è intervenuto ai microfoni di Miamiherald.com per parlare della sua carriera. Di seguito riportiamo le sue parole.
SULLE GIOVANILI DELLA LAZIO
i>“Quando arrivammo lì -ricorda Nesta- abbiamo visto tantissimi bambini. Abbiamo pensato: “Sarà impossibile”. Ma dopo il provino, un allenatore venne da me e mi offrì un posto. Per mio padre era un sogno che si realizzava. Non ha mai potuto giocare a calcio, ha sempre dovuto lavorare intensamente per sostenere mia madre, me e i miei due fratelli”.
IL PASSAGGIO AL MILAN E L’ULTIMA STAGIONE NEL CHENNAIYIN
“Il Milan mi aveva offerto ancora un anno di contratto, ma le mie gambe non avrebbero potuto correre come facevano prima. Sono competitivo e non volevo sedermi in panchina. Avevo subito 11 interventi. Così ho deciso di avere un’esperienza in un altro paese e finire la mia carriera con Marco”.
L’AVVENTURA A MIAMI
“Dissi a mia moglie: “Trascorriamo lì sei o sette mesi e vediamo se possiamo viverci”. Quei mesi sono diventati un anno, poi due. Ancora siamo qui. E ci piace”. L’ambizione è quella di continuare la carriera da allenatore: “Forse la mia esperienza nello spogliatoio da calciatore aiuta, ma è completamente diverso essere un allenatore o un giocatore. Per me, giocare era naturale, è stato facile. Come allenatore bisogna studiare ogni giorno, ogni gioco, ideare strategie, mantenere i giocatori rilassati.Devi dimenticare il passato. Se confronti i giocatori qui con quelli del tuo passato, avrai sempre problemi”.
SEGUI LA NOSTRA PAGINA FACEBOOK
JOAO MOUTINHO SUL TACCUINO DI IGLI TARE, LEGGI QUI