L’agente Fifa, Stefano Antinelli, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olimpia. Di seguito riportiamo le sue parole.
SUL SUO RUOLO
“Ho fatto per dodici anni il direttore sportivo, ruolo che adesso è cambiato. I presidenti si avvalgono di intermediari e consulenti e il ruolo primario dall’anno 2015 è diventata questa. Giusto o sbagliato non lo so, ma questa è la realtà. I presidenti amano circondarsi di queste figure. Essere oggi agente mi piace, mi permette di avere contatti in tutto il mondo. Se poi mi capiterà il contesto giusto ripenserò al passato”.
SU TARE
“Per chi non lo avesse ancora capito, perché ormai la leggenda metropolitana è ‘Lotito fa tutto lui’, Tare ha un ruolo tecnicamente centrale. Lotito non fa nulla se non è avallato da Igli. Nella Lazio il direttore sportivo e tecnico c’è a tutti gli effetti. Nel bene e nel male. Perché se su 5 giocatori ne indovini 3 sei già tanto bravo. La sentenza poi è sempre quella data dal campo. La Lazio lavora spesso con gli stessi procuratori? Non è l’unica. Forse è vero e questo ti limita un po’ nel computo del mercato mondiale. Io sono per l’apertura a tutto tondo. Nella Lazio c’è un piccolo circuito di procuratori. Anche l’apertura con Mendes è da vedere come un nuovo rapporto collaudato. Ma io dico sempre che bisogna aprirsi a tutti, lo ripeto. E questo magari la Lazio non lo fa. Però le cose sono andate abbastanza bene così in ogni caso”.
SULL’ERA LOTITO
“Io la storia della Lazio di Lotito l’ho conosciuta dal primo giorno. L’ideale perfetto non esiste da nessuna parte. Bisogna comunque parlare dell’era Lotito come di un’era virtuosa. La Champions? Le milanesi sono predestinate al ritorno ai vertici, anche se serviranno almeno un paio di anni per dare amalgama alla rivoluzione. La Lazio dovrà stare nei primi sei e vedere cosa succede. La Lazio non lo pensa neanche di colmare il gap. Non è colmabile in questo momento. Nella lotta al 4° posto ci sarà”.
SULLE CESSIONI DI KEITA E BIGLIA
“Conosco la Lazio dal primo minuto. Dall’era di Giannichedda, Negro, Liverani, Ledesma, Pandev, e via dicendo. Abbiamo una lista infinita. Tutto si può migliorare. Se poi tu hai Keita a un anno dalla scadenza qualcosa non ha funzionato. Biglia uguale. Queste cose vanno comunque vissute da dentro per capire il cosa non ha funzionato. De Roon per il dopo Biglia? Conosce l’Italia, conosce la nostra cultura, ma sono due calciatori completamente diversi. De Roon dinamico e rapido in fase di non possesso e di interdizione. Biglia è anche cervello”.
SU MILINKOVIC E IL RINNOVO
“Sarebbe stato clamoroso il contrario. Mandare anche lui a scadenza sarebbe un perseverare diabolico. I giocatori a scadenza comunque a Lotito è come se non fossero a scadenza. Riesce a venderli comunque bene.
SU CALENDA E I SUOI TWEET
“Vero, è cambiato il mondo di comunicare. Ci sono una serie di trip micidiali, dettati anche dalla pancia. Evidentemente ci sono degli agenti che preferiscono non creare comunicazione per strategia, e ottenere risultato. Come successo”.
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