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George Chinaglia: “Per mio padre la Lazio era la sua vita”

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Il legame tra i tifosi della Lazio e Giorgio Chinaglia è davvero inscindibile. Ai microfoni di SoFoot, George Chinaglia, figlio dell’ex attaccante biancoceleste, ha provato a descriverlo.

Questi i ricordi di George Chinaglia: “Ho capito molto presto quanto mio padre fosse importante per i tifosi della Lazio, anche lui mi parlava sempre di loro. Quando arrivavamo a Roma, la gente faceva di tutto per parlargli, farsi fare un autografo o almeno toccarlo. Vedere che effetto faceva è stato davvero incredibile. Anche quando è andato a New York non ha mai dimenticato i tifosi biancocelesti. Per lui sono sempre stati importanti, come lui per loro”.

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LO SCUDETTO CON LA LAZIO

“Era molto orgoglioso di aver vinto il primo scudetto della storia del club e, quell’anno, di essere stato il capocannoniere. Se ne vantava tutto il tempo (ride, ndr). Mi ha raccontato tantissimo anche di Maestrelli, di quanto fosse stato importante per lui. Era un padre per mio padre che lo amava e aveva piena fiducia”.

LA LAZIO, UN AMORE SENZA FINE

“Per mio padre la Lazio era la sua vita. Ha lavorato molto da giovane per diventare il giocatore e l’uomo che poi è stato. Lo scudetto del 1974 è stato senza dubbio il culmine di tanti anni di lavoro e sacrifici. Come mi ha sempre detto: non avrebbe potuto chiedere di meglio”.

GLI ANNI AMERICANI

Se seguiva la Lazio anche dall’America? A quel tempo era molto complicato, visto che le partite italiane non venivano trasmesse in televisione se non raramente. L’unica soluzione era di vederle con qualche amico italiano, anche si trattava sempre di repliche del giorno prima. Mi ricordo che quando la Lazio giocava e lui era negli Stati Uniti stava 90’ al telefono con i suoi amici di Roma per chiedere cosa facesse la Lazio. Sono diversi gli ex compagni che ci hanno fatto visita nel New Jersey: Pino Wilson, Giancarlo Oddi e Felice Pulici. Mio padre era davvero felice di averli qui, li ha ricevuti come dei re! (ride, ndr)”.

CHINAGLIA PRESIDENTE

“Non ricordo molto di mio padre giocatore, ero troppo giovane. Però ricordo quando è diventato presidente della Lazio: a quel tempo andavamo spesso a Roma a vedere le partite dei biancocelesti. I tifosi impazzivano ogni qual volta sbarcavamo all’aeroporto. Era sempre sorprendente vedere quanto amore nutrivano verso mio padre. Toni Malco, l’uomo che ha composto l’inno della Lazio, gli ha dedicato una canzone. Quando l’ha cominciata a cantare davanti tutti gli ex compagni di squadra di mio padre fu molto commovente. Mio papà a stento tratteneva le lacrime”.

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