L’ex centrocampista della Lazio, Stefano Fiore, è intervenuto ai microfoni di Elleradio. Di seguito riportiamo le sue parole.
SU MISTER INZAGHI
“Da osservatore esterno è difficile farsi delle idee, quello che traspare al di là di numeri e schemi è di una persona -spiega Fiore- intelligente che alla prima esperienza sapeva esattamente quello che doveva fare, sempre concentrato, con la testa sulle spalle e consapevole del cammino che avrebbe intrapreso nell’ambiente Lazio, non si è inventato nulla, sapeva di avere a disposizione un’ottima rosa e ha cercato di mantenere buoni rapporti con tutti i giocatori
SUI GIOIELLINI DELLA LAZIO
“Keita per l’ottimo finale di stagione in cui mi ha sorpreso non tanto per le qualità che tutti gli riconoscono ma per la continuità di rendimento e per la voglia di lavorare e sacrificarsi per la squadra, e su questo ha sicuramente dei meriti lo stesso Inzaghi; Milinkovic che è un grande prospetto, è cresciuto molto e ha ancora parecchi margini di miglioramento, è stato l’uomo-chiave nei derby; Immobile ha saputo rilanciarsi dopo due anni di appannamento. Penso che lui e Parolo possano essere molto utili alla causa di Ventura”.
SULLE CESSIONI
“Rimuovere la spina dorsale da una squadra può creare compensi, stiamo parlando di giocatori che hanno fatto benissimo, in particolare Biglia e De Vrij hanno esperienza internazionale e sostituirli non sarà facile. Sarebbe meglio cercare giocatori che hanno già giocato in Serie A e si sono ambientati, se si pesca dall’estero le incognite ovviamente aumentano”.
SU GOMEZ E FELIPE ANDERSON
“Per quello che ha dimostrato l’anno scorso direi di sì, ovviamente Keita è più giovane e può ancora diventare un grande campione e giocare titolare in un top team. In ogni caso se il Papu Gomez si confermasse ai livelli degli ultimi mesi sarebbe un elemento molto prezioso per la Lazio che verrà”. L’argentino potrebbe giocare anche insieme a Felipe Anderson: “Hanno caratteristiche simili ma possono giocare insieme, a volte Anderson mi fa arrabbiare perché dà l’impressione di non impegnarsi sempre al massimo, ma quando è in giornata è in grado di spaccare le partite da solo, e in pochi possono permettersi di farlo. Felipe Anderson potrebbe diventare un top player, ma troppo spesso si specchia davanti alle sue stesse giocate, dovrebbe badare di più alla sostanza ed essere più umile”.
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