Vincenzo D’Amico non fece parte della Lazio dei meno nove perché l’estate dell’86 lasciò la Lazio. L’ex fantasista ha ricordato quella storica partita contro il Vicenza vissuta da tifoso.
A Radiosei D’Amico ha raccontato il suo addio: “Mi hanno fatto lasciare la Lazio contro la mia volontà. Nessuno mi disse nulla, me lo fecero capire in un momento particolare. Stavamo partendo per le vacanze ed ero alla vecchia sede della Lazio, ero lì per salutare. Incontrai Mario Facco, Franco Peccenini e un signore che non conoscevo che mi disse ‘Perché non viene da noi?’. Mario mi spiegò che era il presidente della Ternana e in quel momento mi si avvicinò Carlo Regalia, allora ds della Lazio, che mi disse ‘Perché non ci vai a Terni?’. La Ternana mi fece una proposta importante e io accettai. Il primo anno sono stato benissimo, il secondo meno ma ho bellissimi ricordi legati alla città”.
Poi su quella famosa partita che salvò la Lazio dalla retrocessione in serie C: “Quella stagione 1986-87 l’ho vissuta come un tifoso con la sofferenza di non poter andare allo stadio. L’ultima partita contro il Vicenza io c’ero con Chinaglia in Tevere numerata, pagammo anche il biglietto perché non ci diedero l’accredito. Ricordo che andai al botteghino a comprare i biglietti perché volevo esserci a tutti i costi. Poi però un dirigente biancoceleste nell’intervallo si avvicinò e ci rimborsò i soldi dei biglietti. Ricordo che penammo fino all’86’ poi finalmente segnò il grande Fiorini”.
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