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Il direttore Vocalelli: “Spalletti a lezione da Simone Inzaghi”

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La Lazio si è aggiudicata per 3-1 il derby capitolino. Una gara senza storia se non fosse stato per degli sbagli pacchiani dell’arbitro Orsato. Errori che hanno rischiato di rovinare una festa biancoceleste meritata dal primo all’ultimo minuto. Per parlare della stracittadina è intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport il direttore Alessandro Vocalelli.

SULLA GARA

“La Roma è stata surclassata dalla Lazio. I biancocelesti hanno vinto due derby in uno. Un rigore negato sull’1-0 e uno inesistente contro sul finire del tempo. Dal possibile 2-0 all’1-1. La pazzesca serie di errori arbitrali non ha impedito a Inzaghi di andare a riprendersi ancora una partita che aveva perfettamente in testa, con l’impiego di un fenomenale Keita – incubo per Fazio – e la mossa a sorpresa di Lukaku al momento dell’indisposizione di Immobile. Uno svolgimento perfetto, un capolavoro, senza mai una esitazione”.

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SULLA ROMA

“Esattamente il contrario di una Roma confusa. Specchio del continuo ondeggiare del suo allenatore. Partito con una difesa a quattro, contraddetta a inizio ripresa per inserire un evanescente Bruno Peres per poi ripensarci nuovamente. Fino a sbilanciare definitivamente una squadra privata di qualsiasi punto di riferimento. Un’autentica débacle tecnica e tattica. In linea con gli altri due derby che hanno portato all’esclusione dalla Coppa Italia. E senza neppure gli alibi dei troppi impegni. Grottesco che, anche stavolta, Spalletti abbia cercato di arrivare con le parole dove non gli è riuscito con i fatti. Così – dopo essere passato a ottobre dai giocatori senza personalità all’sms destabilizzante (!) di marzo in un crescendo di giustificazioni – stavolta ha spiegato che in fondo la Roma ha pagato episodi sfortunati, dimenticandosi le clamorose sviste di Orsato. Si tratta adesso di difendere il secondo posto, che comunque non basterebbe in quella che solo lui considera una stagione positiva”.

SU SPALLETTI

“Tra mille cose in libertà, Spalletti ci ha fatto sapere di amare tanto la Roma (non abbastanza però per rinnovare il contratto quando le cose andavano discretamente e cantavano le sirene) e di essere tornato anche per suo figlio, grandissimo tifoso giallorosso. Ecco: dall’eliminazione in Champions, a quella in Europa League, dai cocenti derby di Coppa Italia fino a questa amarezza di campionato che Garcia in due anni e mezzo non aveva mai conosciuto, chieda a lui, a suo figlio – non ai cattivi cronisti di Trigoria – se reputa soddisfacente il bilancio della Roma e l’operato del suo allenatore. E si fidi, almeno in famiglia: non c’è nessun complotto”.

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