Carlo Regalia, decano dei direttori sportivi, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, per parlare della stagione della Lazio, del mercato e di Paul Gascoigne.
La stagione della Lazio secondo Regalia
“Quello che ha fatto la Lazio –
spiega Regalia – non può essere cancellato da niente a nessuno. Un pizzico di rilassamento in questo finale c’è stato. Il calo di tensione non ridimensiona il valore della squadra, giovanissima, e i risultati che ha ottenuto. Perdere una finale contro la Juventus attuale è tutt’altro che un dramma“.
Su Simone Inzaghi
“E’ l’artefice di questa magnifica stagione. Ha trasmesso qualcosa di eccezionale, conoscendo gli umori del pubblico, dell’ambiente e della squadra, riuscendo a far dare a tutti il meglio. Inzaghi conosceva già il carattere di molti giocatori. A partire da Keita che già in autunno avevo sottolineato come potesse fare la differenza. Keita è un giocatore che dipende soltanto da se stesso, gli mancava la continuità che invece ha trovato in questo finale di stagione“.
Il lavoro del DS Igli Tare
“In pochi credevano nel suo lavoro. Il suo maggiore merito è stato quello di aver apportato un importante ringiovanimento della rosa. Ha svolto un grande lavoro che ora va completato, c’è da colmare il gap con le squadre migliori del campionato che è la cosa molto più difficile da fare. E’ più complicato passare dal quinto al terzo posto, o dal quarto al secondo, piuttosto che dal quindicesimo al quinto, perché le squadre che ti sono davanti sono di qualità assoluta nel primo caso. Alla Lazio mancano quei due/tre giocatori che fanno fare il salto di qualità, sono loro che vanno individuati sul mercato“.
Sulle possibili cessioni di Biglia, Keita e De Vrij
“Al limite si può perdere uno di questi giocatori. Di certo non si può tirare troppo la corda. Se saranno ceduti tutti e tre toccherebbe praticamente ricominciare da capo e trovare tre sostituti per ruoli chiave. Incrementare la qualità attuale invece rappresenterebbe il salto di qualità. Un giocatore si può anche perdere, tutte le società a volte devono attuare delle cessioni“.
Strakosha potrà essere il titolare tra i pali nella prossima stagione?
“Stando a quello che si è visto sì. Le qualità le ha sicuramente dimostrate anche se ora la sfida più difficile sarà dimostrare continuità l’anno prossimo. E’ un giovane di talento che ha dimostrato di avere tutto per affermarsi.“
Gascoigne il prossimo 27 maggio compirà 50 anni. Un ricordo…
“Io sono legato a due giocatori nella mia carriera. Uno è Re Cecconi, che ho lanciato nella Pro Patria e ho creduto fortemente in lui quando non lo voleva nessuno. Dicevano che non era un nuovo Gianni Rivera, ma io affermai che doveva fare il Trapattoni accanto a Rivera, e sarebbe diventato un grandissimo. L’altro era Gascoigne. In molti mi avevano messo in guardia dal suo carattere, ma avevo affermato che doveva essere bravo a calcio, non dovevamo andarci a cena con i giocatori. Quando andai per prenderlo avevano chiesto una cifra sbalorditiva: dicemmo che non era per noi, ma il giorno dopo vedemmo sui giornali che c’erano foto con la sede del Tottenham sbarrata. Erano praticamente in fallimento. Da lì ci confrontammo con nuovi dirigenti e arrivammo ad un accordo“.
Poi arrivò l’infortunio…
“Ci rivolgemmo a Thomas Doll, ma Calleri chiese a Cragnotti la certezza di rilevare la Lazio, altrimenti non avrebbe avuto la forza di comprare anche Gascoigne dopo l’infortunio. Così fu ed i giocatori arrivarono entrambi, giocando insieme nella stagione successiva“.
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