Nel giorno dei 50 anni di Paul Gascoigne, Gigi Corino ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia.
Queste le parole di Corino: “Come facevo di solito gli farei gli auguri con un abbraccio. Io non parlavo molto e poi non ci si capiva niente. Io parlavo mezzo inglese, mezzo napoletano e mezzo beneventano. Fra di noi c’era un amore fraterno. Io l’ho considerato un fratello. Ho cercato nel mio piccolo di aiutarlo ma non è semplice entrare nella testa delle gente. Mi commuovo ancora oggi pensando a lui, all’uomo. Poche volte ho incontrato persone di un’umanità incredibile come lui. Era a disposizione di tutti con la massima naturalezza. Quando l’ho visto ridotto in un certo stato ho pensato ‘possibile che nessuno gli ha dato almeno una parte di quello che lui ha dato a noi?!’. Gli auguro ogni bene dalla vita, perché ha sofferto troppo”.
Gli scherzi di Paul: “Troppo facile e bello ricordare. Era un genio. Quando nacque Simone fece stampare 25 magliette con la foto di mio figlio nudo con i testicoli di fuori belli gonfi. Disse che bisognava avere le sue palle per fare i risultati. Quello a Zoff fu pazzesco. In quel caso lì tutto mi aspettavo tutto tranne quella genialata. Ripensandoci dovevo stare più attento. Mi chiamò a casa che aveva bisogno di un passaggio al Maestrelli. Figurati. Paul girava sempre nudo, non aveva problemi.
Gli dissi andiamo che non voglio fare tardi. Mi rispose che gli bastavano cinque minuti. Risposi che andava bene. Dieci minuti, venti, mezz’ora. Iniziai a preoccuparmi. Andai su a cercarlo ma non c’era più. Aveva preso la mia macchina e mi aveva chiuso dentro la sua villa e non sapevo come uscire. Riesco ad aprire in qualche modo il cancello. Tutti intorno a prendermi in giro con lui che disse “Corino è in ritardo, multa”. La multa però non arrivò, Dino era intelligente e capì tutto”.
ZOFF E DERBY
Zoff e Gascoigne: “Un rapporto straordinario. Dino aveva un debole per Gazza. Gli voleva bene perché quando ti trovi davanti un generoso che è in difficoltà, le persone per bene cercano di aiutarlo”. Segnali negativi: “C’erano. Con l’alcool. Però era un toro, riusciva poi a giocare alla grande e pensavamo fosse tutto normale. Però qualche piccolo segnale c’era”.
Il primo contatto: “Mi disse che ero da calcio inglese e mi disse che ero l’unico che potevo giocare in Inghilterra. Gli ho messo a disposizione quello che avevo. Lo portavo a cena con Sheryl, in giro. Il mio ritmo comunque era diverso dal suo, non riuscivo a stargli dietro”. Il prepartita: “Era un leader. Anche giocando poco per le qualità che aveva. E’ stato penalizzato da infortuni anche gravi. Pochi ne vengono fuori. Paul impazziva prima dei derby. Ricordo quel gol. Prima della partita mi chiese di prenderlo a pallonate in faccia. Che aveva bisogno di dolore e sangue per caricarsi. C’mon, c’mon, c’mon”.
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