Arrivò ad indossare la fascia di capitano della Lazio nonostante quel “marchio” di essere stato da bambino tifoso romanista. A Formello Fabio Liverani ha dovuto sostenere col suo passato una dura lotta, che l’ha segnato e non poco. Ai microfoni di Avvenire, l’attuale allenatore della Ternana ha ricordato quei cinque anni, nello stesso periodo in cui anche Lotito faceva il suo ingresso alla guida del club biancoceleste.
MALE ASSOLUTO
“Dopo le difficoltà iniziali, compreso il “marchio” di tifoso romanista, sono stati cinque anni eccezionali. I ricordi di quel gruppo e di Formello li ho scolpiti nella mente e nel cuore. Lotito entrava in un mondo nuovo e per lui tutto ciò che rimandava al “vecchio”, Liverani incluso, era da considerarsi il male assoluto. Tentò anche di offrirmi un rinnovo di contratto, ma si trattava di una proposta più di facciata per calmare la piazza. Ero il capitano, avrei potuto prolungare per altri cinque anni e arrivare a dieci in biancoazzurro, ma il Presidente allora non aveva capito il Liverani uomo, prima che il giocatore. Però voglio “spezzare”… una lancia in favore di Lotito, che, da uomo intelligente, strada facendo ha saputo correggere molti errori frutto di inesperienza. La scelta di Simone Inzaghi allenatore e l’aver richiamato un pezzo di storia della Lazio come Angelo Peruzzi è il segno che Lotito sta vivendo una nuova fase, in cui ha capito quanto sia importante il rispetto della tradizione per gestire una società di calcio”.
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