L’accordo tra la giunta Raggi e la Roma su Tor di Valle è nuova linfa per la volontà biancoceleste di avere uno stadio proprio. In Campidoglio sono pronti all’incontro con il presidente Lotito. Le possibilità sono due. La prima dopo il 6 marzo, giorno in cui l’assemblea della Figc eleggerà il nuovo presidente (Lotito è consigliere federale). La seconda al termine dell’iter per lo stadio giallorosso. In questo caso però i tempi si dilaterebbero dato che la conferenza dei servizi dovrebbe concludersi i primi di aprile.
Quando le parti si incontreranno Lotito riproporrà il progetto sulla via Tiberina. Lo stesso progetto bocciato ai tempi di Veltroni. La controfferta del Campidoglio sarà il Flaminio. Soluzione ideale per il M5S e desiderio della maggioranza dei tifosi. Ristrutturarlo però non conviene, la soluzione più vantaggiosa sarebbe ricostruirlo (conservando la stessa struttura). I costi si aggirerebbero attorno ai 100 milioni. In confronto ai terreni sulla Tiberina però offrirebbe minori possibilità di introiti. Ci si potrebbe unire anche il PalaTiziano (utile per la Polisportiva) e sarebbero possibili nelle vicinanze un hotel e un centro commerciale (o store del club) non superiore ai 1.000 mq. La Lazio si aspetta che le cubature siano identiche a quelle giallorosse. La parte mancante potrebbe essere “compensata” in altre zone della Capitale. Prevederne ora le modalità è difficile. Altre soluzioni sono la Centrale del Latte, Montespaccato e le aree di Tor Vergata.
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