L’ex capitano della Lazio Stefano Mauri, dopo un periodo di stop, è ripartito da Brescia. Voluto fortemente dal suo ex compagno di squadra Brocchi.
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auri, ex capitano della Lazio, dopo un periodo di fermo, torna in campo. Il giocatore ha ancora voglia di stupire, e decide di mettersi a disposizione del Brescia. Il quale viene allenato dal suo ex compagno di squadra e amico Brocchi. A parlare della sua carriera è proprio Mauri.
Mauri: “A stare fermo non ce la facevo più, questi mesi sono stato senza squadra. Mi allenavo con la Racing Club Roma, ma non giocavo: avrei preso in considerazione tutte le chiamate, tra Serie A e B. Puntavo solo a tornare in campo, amo il calcio e il desiderio di giocare ha prevalso su qualsiasi incognita. Cristian Brocchi, mi ha detto se volevo dargli una mano, non ci ho pensato un secondo. È stata la scelta giusta. Questo è il bello del calcio, non sono venuto qui per ragioni economiche. Questa città mi era rimasta nel cuore, da sempre. E poi Brocchi, senza contare l’aspetto sportivo, è una persona fantastica. Il suo esonero a me è pesato in particolare. E soprattutto mi è dispiaciuto essere una delle cause del fallimento della sua avventura. Il calcio l’ho capito soprattutto nelle serie minori. Ora però penso solo a salvare il Brescia. Poi, quando avremo raggiunto l’obiettivo assieme, parlerò col presidente: a quel punto deciderò”.
GLI ESORDI
Mauri:”Devo tutto a mio padre. Un vero uomo di campo. Da piccolo ascoltati subito i miei genitori: mi portarono in piscina. Odiavo il nuoto, proprio non mi piaceva: avevo freddo. Alle bracciate preferivo i calci. Mio papà allenava ad Arcore, iniziai nella squadra del paese. Poi mi portò a Monza, anche se io volevo starmene assieme ai miei amici. In quel periodo poi, in virtù del gemellaggio col Milan, arrivarono diversi ragazzi del vivaio rossonero. Io allora me ne andai a Brugherio, in Eccellenza. Papà mi ha sempre aiutato. Un consiglio dietro l’altro, magari mi criticava anche dopo i gol: i suoi rimproveri non mi hanno mai fatto sentire arrivato. Nei momenti belli è più facile scivolare e sentirsi forte.”
IL RETROSCENA
Mauri: “Va bene, lo ammetto: dopo Udine rischiai di finire a Roma, sponda giallorossa, però. Spalletti mi desiderava con lui a Trigoria, poi gli bloccarono il mercato. Occasione mancata? L’ultima finale di Supercoppa italiana era mia, la sento ancora: ma non la potei giocare. Alla fine per me andarono in campo i miei compagni”.
I RIMPIANTI
Mauri: “Rimpianti? Non aver fatto tante presenze in nazionale, soprattutto. Gli infortuni non mi hanno permesso di inserirmi in pianta stabile con l’Italia. Magari giocavo le qualificazioni, poi qualche guaio mi ha sempre bloccato nelle fasi decisive”
L’ESPERIENZA BRESCIANA E BAGGIO
Mauri: “Io ero in campo con Roby nella sua ultima partita. Io qui iniziai quando Baggio finì. Ora aspetto un suo ritorno in città. Da lui ho cercato di ‘assimilare’ il più possibile”. Altra categoria, la B: “Perché dopo 10 stagioni di Lazio non è facile cambiare: dal campionato ai compagni”. E via a pensare subito ad un nome: “Sì, Caracciolo. Ritrovare Andrea è stato stupendo. Prima eravamo davvero giovani, ora aiutiamo gli altri ragazzi a sognare. A cena, però, esco con tutti”. Alla faccia dei fischi, suoni da trasformare presto in applausi generali. Avanzato con Brocchi, davanti alla difesa con Cagni: “Nella mia carriera ho visitato tutti i ruoli. Iniziai esterno basso, poi in mezzo al campo. Anche punta. Ora davanti alla difesa, mi mancano ancora le distanze giuste: mi devo adattare, però mi piace. Amo l’NBA, ora però seguo tanto pure il tennis: anche se non ci ho mai giocato”.
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