Il brutto anatroccolo si è trasformato in un cigno. Così si può riassumere l’avventura di Wesley Hoedt alla Lazio. Il difensore olandese dopo una stagione balbettante, è riuscito a trovare continuità nelle sue prestazioni e si proietta verso una maglia da titolare anche in nazionale. Il gigante buono è tornato a parlare in patria della scelta di trasferirsi a Roma.
Hoedt ha raccontato: “E’ stato un grande passo, dopo alcune partite in Eredivisie. Ma La Lazio, che al tempo era ancora allenata da Stefano Pioli, aveva già un piano per me. Mi dissero che avevano visto del potenziale. Mi sono convinto a compiere questo passo e credo che sia andata bene. Quando stavo per andarmene dall’AZ, anche Ajax, Feyenoord e PSV mi tenevano d’occhio. Ma con tutto il rispetto, l’Eredivisie non è la serie A”.
I malumori: “Mi sentivo di essere in forma e pronto a giocare, ma non avevo opportunità. In occasione della sfida con il Napoli, feci presente che non mi faceva bene entrare a tre minuti dalla fine. Per più di due mesi poi non ho visto il campo. Una punizione? Solo in Italia succedono cose del genere”, ha dichiarato ad Algemeen Dagblad.
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