Una volta per uno non fa male a nessuno. Gli strascichi del derby continuano e non terminano mai. This is Rome.
Provincialismo, assolutamente no? Roma è talmente grande che si potrebbe parlare di due città distinte. Da una parte noi, dall’altra loro. Dal cartaceo fino al piccolo schermo la batosta, la scoppola o la sveglia, chiamatela un po’ come vi pare, si è sentita ed ha fatto molto male. La Lazietta di Lotito zitta zitta ha fatto una grande partita, aggiudicandosi il derby di andata con pieno merito. Ora c’è da giocare il ritorno e tutto è possibile per carità, però poi ti rendi conto che qualcuno rosica più del dovuto. Ti accorgi del romanista rosicone, non quando a parlare è il tifoso sempre presente o tifoso da una vita, ma quando a parlare sono soprattutto quelli che dovrebbero stare zitti. Quelli che escono solo quando gli fa comodo, quelli che sono della Roma solo per i soldi.
IL DELIRIO DI CHEF RUBIO
Ieri uno chef, di questi che vanno adesso di moda, di cui non sapevo nemmeno di che squadra fosse, (anzi mi dicevano che in passato vestiva anche la maglia della Lazio Rugby), se ne è uscito con un tweet. Ognuno di noi butta sul tavolo le carte che ha, ed è normale che tanti romanisti si appellano sempre alla quantità mastodontica, del loro numero di tifosi sparsi per il globo terrestre. Ma una cosa mi preme dirla. Ma sti cazzi! Non te la pià così…
E IL NINJA BLATERA ANCORA
Il secondo a parlare è stato invece un grande giocatore, che ha tutta la mia stima ma che, se continua a dire fandonie finirà per diventare uno come tanti altri. Ieri sera su un noto social network ha messo un post (clicca qui per leggere il post di Nainggolan), rimosso dopo alcuni minuti. Noi non vinciamo il derby ogni quattro anni. Radja dì ai tuoi amichetti che il Derby è stato vinto. Quello vero. Quello che rimarrà per l’eternità della storia della Città di ROMA. SPQR +
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utti questi altri si chiamano Memorial 26 maggio. Identità e Lazialità
Cordialmente
Davide Sperati