S
ono partite come queste che rendono ingrato il compito del commento. Lazio sprecona, Lazio arrembante, Lazio poco cinica: frasi fatte che si accavallano, ma la sostanza è sempre quella. Punti buttati, sono cinque tra Chievo e Milan, tutto per un’atavica incapacità di fare gol, che Immobile da solo non può certo risolvere tutti i problemi e anzi, quando non è in giornata semmai aumentano.
Dove può arrivare questa squadra? Ci abbiamo riso e scherzato per un anno intero, ma la verità è che la coperta è sempre troppo corta, in un modo o nell’altro. Se segni prendi troppi gol, ne non ne prendi non segni e prima o poi comunque almeno uno lo becchi. Una girandola, un film già visto, un senso di impotenza che deriva anche dal fatto che in un modo o nell’altro c’è sempre di che lamentarsi, quando ti giri e non hai mai una punta per dare il cambio proprio a Ciro, che arriva con gli occhi di fuori ad ogni tiro.
Non è il momento di parlare del mancato mercato, oggi si parla della partita. Certo, ma dove vuole arrivare questa squadra? Dove può arrivare? La sensazione è che quando si è belli, giovani e naif, c’è il rischio di farsi mare per davvero quando all’orizzonte ci sono tre derby in meno di due mesi. Questa squadra è capace di tutto e del contrario di tutto, bella e impossibile, forse non costruita per grandi traguardi ma capace di andarci vicino e per questo di rendere ancora più amara tale consapevolezza. Al futuro ci si penserà domani: per stasera, andiamo a letto con un filino di irritazione. Giusto giusto.
Fabio Belli