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na bella vittoria ad Empoli era quello che ci voleva in un momento in cui bisognava recuperare fiducia, dopo la strage di palle gol fatta contro Chievo e Milan. Il contorno però in casa Lazio spesso è sempre meglio del piatto principale: basta mettersi comodi e gustarsi le scene.
La domanda del giorno è: chi è il procuratore di Keita? Facile, verrebbe da dire, Calenda, che viene tacciato anche di avere simpatie verso l’altra squadra. Che è un po’ come dire che il fratello di una soprintendente che mette un vincolo è tifoso di una squadra rivale di un’altra. Ridicolo, no? Eppure è stato detto anche questo.
Da #famostostadio a #firmamostocontratto il passo è breve. Tare fa il prezioso, il superiore o il disinteressato, fate voi, dicendo di non sapere neanche chi è, il procuratore di Keita. Di sicuro non sta nel Raggio magico del club biancoceleste: la frecciata è evidente, la procura di Calenda sta per scadere e la speranza, neanche troppo celata, è che la Lazio possa sedere a trattare ‘sto benedetto di contratto con un agente meno ostile, come ad esempio quel Mendes molto vicino al club negli ultimi tempi, anche se difficilmente porterà mai Cristiano Ronaldo con sé.
Dal vincolo alla clausola rescissoria: se sulla questione stadio la Lazio resta alla finestra, per la serie va avanti tu che a me viene da ridere (ed effettivamente stanno ridendo in parecchi), Calenda decide di entrare in azione mettendo in campo una delle armi di distruzione di massa dei tempi moderni: Twitter. “Un direttore sportivo dovrebbe sapere chi è il procuratore di un proprio giocatore.” Lui sa chi è, Tare lo sa? Forse sì, ma fa finta di non sapere: un po’ come chi ha fatto finta di non sapere che a Tor di Valle c’erano tanti di quei problemi che forse sarebbe stato meglio scegliere un’altra area: ma quando i nodi vengono la pettine, in Italia tutti cadono sempre dalle nuvole.
Io so che tu sai che io so: Calenda sa che Tare sa bene che la sua procura è in scadenza ma non sa se sarà rinnovata. Quello lo sa solo Keita. Se a Roma saranno edificati nuovi stadi, quello invece lo sa solo Nostro Signore: in un gioco di bluff e di vicende che si intrecciano, bisogna capire che ha il punto in mano e chi no. Vale sempre la stessa regola: se non hai capito ancora chi è il pollo, allora vuol dire che sei tu.
Fabio Belli