“Sono le 18 e 4 minuti, del 14 maggio del 2000, la Lazio è campione d’Italia…” una frase che fa rabbrividire tutti i tifosi laziali e rievoca dolci momenti di 17 anni fa. Ormai, le parole del giornalista Riccardo Cucchi, sono entrate nella testa e nel cuore della gente laziale.
Proprio Riccardo Cucchi, responsabile dello sport a Radio Rai e celebre voce della storica trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto, ha rilasciato un’interessantissima intervista in esclusiva per la nostra redazione. Di seguito l’intervista:
Pescara-Lazio 2-6. Un risultato sin troppo severo per la formazione di Oddo. Non crede che la serie A necessiti di una riforma del campionato, con una riduzione delle partecipanti a 18 squadre?
“Troppo severo, ma coerente con il campo. La Lazio ha fatto la partita che doveva fare, a parte un rallentamento sul 2-0. E la superiorità dei biancocelesti è stata evidente sia sul piano tattico che sul piano tecnico. Ma la riforma è ineludibile. 20 squadre sono troppe. Impossibile siano tutte di livello alto. Personalmente tornerei alla Serie A a 16 squadre. Le resistenze sono tante, almeno quanto gli interessi economici che rallentano il processo di cambiamento”.
La Lazio gioca un buon calcio e il Milan ha perduto Jack Bonaventura (giocatore fondamentale) per infortunio. Secondo Riccardo Cucchi, a questo punto, quante chance ha la formazione di Inzaghi di qualificarsi in Europa League?
“Ne ha molte. E ne aveva anche prima dell’infortuno di Bonaventura. Il Milan ha frenato parecchio. Ma al di là del percorso dei rossoneri, reputo la squadra di Inzaghi superiore al Milan”.
Parolo ha realizzato ben quattro reti, casistica eccezionale soprattutto in virtù del ruolo ricoperto dal giocatore di Gallarate. Le è mai capitato di raccontare quattro reti realizzate tutte da uno stesso calciatore?
“Ho raccontato le 4 reti di Simone Inzaghi all’Olimpique Marsiglia, in Champions. Serata memorabile. Parolo è un giocatore che stimo molto. E non solo come calciatore. E’ un esempio di serietà, qualità e umiltà. Tre doti che possono fare grande un calciatore. A Pescara c’era sempre”.
Durante la fine del match, Biglia ha rimproverato Keita. Anche in considerazione delle trattative legate ai rinnovi contrattuali, secondo lei l’argentino deve rimanere in questa Lazio, oppure se ne potrebbe fare anche a meno? Keita invece lo terrebbe in rosa?
“Terrei entrambi in tutta onestà. Keita è giovane. Deve maturare sul piano caratteriale. Tecnicamente è un bel giocatore ma deve lavorare sulla continuità. E Biglia è un centrocampista completo e intelligente”.
Ogni anno, senza le competizioni europee, la compagine di Lotito fa sempre abbastanza bene. Secondo lei la Lazio, finché durerà questo presidente, sarà “condannata” a questa altalena stagionale?
“La Lazio sta facendo bene, da molti anni, sotto la presidenza Lotito. So dei contrasti con i tifosi. Ma la continuità di risultati e un ruolo di rilievo in Serie A, non possono essere sottovalutati. E’ un calcio difficile, quello di oggi, sul piano economico. E l’equilibrio tra investimenti e ricavi è uno dei punti di forza della società biancoceleste. E sono arrivati anche trofei importanti. Penso alla Coppa Italia vinta sulla Roma. Il parco giocatori di quest’anno è di qualità, e non è costato cifre impossibili”.
Fra i giocatori di mister Inzaghi, quale è quello che apprezza di più e perché?
“Biglia, Felipe Anderson, Immobile, Parolo, De Vrij, Keita… ce n’è più di uno. Ma voglio puntare su un giovane: Murgia. A me piace molto. E ha grandi margini di crescita”.
Davide Sperati