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“Mi spiace signora, suo figlio è bravo ma non si impegna”. La triste storia tra de Vrij e la Gazzetta

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Chissà se la signora de Vrij si sarà sentito dire dagli insegnanti di Stefan quella famosa frase che un po’ tutti noi (secchioni a parte) ci siamo sentiti dire nei colloqui scolastici. “E’ bravo ma non si impegna“, un modo elegante per dire sinteticamente “è un somaro e non vuole fare niente”.

N

on sappiamo come de Vrij andasse a scuola, ma sui campi di calcio va davvero molto bene. Se vi chiedono i 3 centrali più forti del nostro campionato, cosa rispondete? Io senza pensarci troppo rispondo Bonucci, de Vrij e Manolas. Eh sì perché, soprattutto chi segue la Lazio ogni domenica, sa quanto Stefan sia importante, anzi FONDAMENTALE per la retroguardia biancoceleste.

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Ne abbiamo avuto la controprova la scorsa stagione quando di colpo Mauricio non appariva più bravo come l’anno prima e Hoedt sembrava un ragazzino alle prime armi. De Vrij è un difensore eccezionale, fortissimo fisicamente e di testa, elegante come Nesta. Solo la fragilità fisica non gli ha ancora permesso il salto in un top club. Sia ben chiaro, noi lo vorremmo sempre alla Lazio, ma bisogna scontrarsi con la realtà dei fatti. De Vrij non è un giocatore da Lazio e probabilmente è troppo anche per la serie A. E’ stata una botta di fortuna averlo preso prima che esplodesse al Mondiale del 2014 in cui è stato eletto miglior difensore dell’intera competizione.

DE VRIJ TOP PLAYER MA NON PER LA GAZZETTA

Insomma diciamocelo, se de Vrij vestisse la maglia della Roma o della Juve (per esempio) adesso i giornali parlerebbero di fenomeno e ogni partita prenderebbe 7 in pagella. Ma purtroppo per i media, veste la maglia della Lazio e quindi non merita attenzione né elogi. Basti guardare le statistiche dei suoi voti. Sono impietose. Tanti 5,5 e 6, spesso 5, ma mai oltre la sufficienza. Si parte da una base di 5 a salire o scendere in base alla sua prestazione. Pensate che stia esagerando? Prendiamo ad esempio la gara di ieri, noi di laziochannel  abbiamo messo 6,5 al giocatore, premiando anche il suo assist a Immobile. Una partita impeccabile in cui ha dovuto anche bilanciare un Hoedt disastroso (colpevole del rigore e del gol di Brugman).

Il Corriere dello Sport è stato più stretto di voti e ha messo un 6. Volete sapere la Gazzetta dello Sport? Gli ha messo 5,5. Ecco questo è il voto che il più delle volte la rosea attribuisce all’olandese. Eccezion fatta per la gara di Coppa Italia contro l’Inter, in cui la Gazzetta gli ha dato un 7, ed era davvero impossibile non farlo, de Vrij è l’uomo delle insufficienze. 5,5 contro il Chievo, 5 contro la Juve, 6 contro Atalanta e Crotone, per citare le ultime. Il 6,5 è raro, il 7 è utopia. A chi, come il sottoscritto, ce l’ha al fantacalcio, rosica e non poco il lunedì.

MA PERCHE’?

Ma com’è possibile che uno dei centrali più forti del nostro campionato, su cui sbava mezza Europa, non vada mai oltre la sufficienza per il quotidiano più letto d’Italia? Eppure il ragazzo è sempre tra i migliori. Non a caso è tra quelli a cui Inzaghi non rinuncia mai. Andando a vedere le statistiche della Gazzetta, l’ex Feyenoord ha una media voto di 5,97 (non calcolando bonus e malus). Come detto prima, non tocca neanche la sufficienza. Manolas ha una media base di 6,26 per intenderci.  La differenza sembra poca vista così, ma considerando che si parla di medie voto, è davvero tanta. Facendo un paragone d’altri tempi, statistiche alla mano è come se Manolas fosse Aldair e de Vrij fosse Negro. D’altronde non è la prima volta che la Gazzetta dello Sport sminuisce i nostri giocatori. Guardate ad esempio dopo Inter Lazio: i biancocelesti vincono a San Siro con una gran partita ma la rosea dà sei insufficienze ai giocatori di Inzaghi.

QUARTO POTERE

Considerate che tutta la difesa dell’Atalanta ha una media voto più alta di de Vrij. 40enni sul viale del tramonto come Dainelli, Konko e Burdisso hanno medie più alte. Persino Paletta che è il difensore più schernito del nostro campionato e che i milanisti denigrano in ogni partita, ottiene voti più alti del centrale laziale. Anche lo stesso Hoedt, che nelle ultime partite ne sta combinando una dopo l’altra ha una media voto più alta del suo collega. Non so se rendo l’idea. Ma se vi andate a vedere le statistiche dei voti della gazzetta vi mettete le mani nei capelli.

Allora ci viene da pensare o che il pagellista della rosea confonda de Vrij con Hoedt oppure che non gli stia molto simpatico il numero 3 biancoceleste. In un’epoca in cui le statistiche determinano i costi delle operazioni di mercato, in cui transfermarkt e wyscout contano più degli osservatori stessi, capite bene che queste medie hanno un peso notevole sul valore mediatico e di conseguenza economico del giocatore. Infatti, avete mai notato che i giocatori che vantano un maggiore appeal mediatico vengono strapagati?

LAZIO SNOBBATA DAI MEDIA SE NON PER SCANDALI E POLEMICHE

E qui apriamo un altro fascicolo che purtroppo tutti noi conosciamo. La Lazio a livello mediatico non esiste. Gli viene dato lo stesso spazio di squadre come la Fiorentina e il Torino. Di conseguenza, anche i giocatori biancocelesti vengono snobbati. Se compaiono sulle prime pagine dei quotidiani è perché la Lazio gli sta cedendo o perché è partita la giostra del fanta-calciomercato. A quante squadre è stato accostato Biglia nell’ultimo anno e mezzo?!

Ricordate Zarate?! Dopo la prima grande stagione ogni giorno si parlava di sirene inglesi e del fatto che Lotito non l’avrebbe mai riscattato dagli arabi. Poi di colpo il suo talento si affievolisce e con lui l’attenzione mediatica. Il caso più eclatante è Lichtsteiner. Da perfetto sconosciuto a fenomeno quando passò alla Juve. Lo schema Pirlo-Lichtsteiner che faceva impazzire i tg sportivi fino a qualche anno fa, elogiando Marotta che l’aveva portato a Torino. La stessa cosa vive oggi de Vrij, passerà dall’anonimato alla fama quando lascerà la Capitale. Si accettano scommesse.

Fabrizio Piepoli

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