Giornalista Rai tra i più esperti nel panorama sportivo e calcistico italiano, Fabrizio Failla è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air. Ha parlato del momento della Lazio di Simone Inzaghi a pochi giorni dalla fondamentale sfida di campionato contro il Milan.
Quale parere sulla Lazio di Simone Inzaghi?
“A me diverte molto, sta convincendo attraverso il bel gioco e sta mettendo in mostra un allenatore giovane forse poco considerato dai media come un tecnico già pronto per misurarsi con la panchina di una squadra che ha una storia e ambizioni importanti. Inzaghi si è trovato un po’ per caso sulla panchina della Lazio dopo i tanti colpi di scena estivi. Non si è presentato con tanti proclami ma utilizzando la forza dell’umiltà, ed ha saputo sapersi imporre con la stima del gruppo che ha saputo costruire intorno a te. Senza nomi altisonanti, si è fatto valere con le carte del gioco e dello spettacolo. Il tecnico merita un grande plauso per aver portato la Lazio dove non tutti avrebbero scommesso che la squadra sarebbe arrivata
“.
Tre nomi della rosa laziale che hanno maggiormente impressionato
“Secondo me sarebbe ingiusto fare singoli nomi, perché tutti gli elementi della rosa della Lazio in questo momento funzionano nel contesto di un collettivo perfettamente organizzato. Alcuni ragazzi finendo troppo sotto la luce dei riflettori potrebbero avere problemi. Ragazzi come Keita ed anche Onazi l’anno passato non sono stati sempre all’altezza delle grandi aspettative. Gli entusiasmi di ragazzi giovani sono normali ma vanno fatti sbollire al momento giusto. Non bisogna mettere nomi particolari sul piedistallo perché troppa attenzione può essere controproducente per dei giovani talenti“.
Ormai il quadro del campionato e della Coppa Italia ha chiarito che le prime sei classificate andranno in Europa. Chi potrebbe spuntarla nella corsa verso queste posizioni?
“Credo che la classifica sia ormai ben strutturata. Ci sono le incognite degli infortuni e degli impegni infrasettimanali nelle Coppe e con le Nazionali. Le grandi squadre sono comunque strutturate per reggere l’urto di questo stress. Certo l’intasamento del calendario non aiuta il pubblico ad affezionarsi, ma gli infortuni e le defezioni vanno messi in preventivo. Ci sono realtà emergenti come l’Atalanta che stanno viaggiando sulle ali dell’entusiasmo. Credo che il Milan libero dalle Coppe possa avere sicuramente l’ambizione di ritornare almeno in Europa League. Credo invece meno nella Fiorentina accartocciata sui suoi problemi difensivi e sui problemi di un allenatore che di fatto è un separato in casa. Anche la Fiorentina inoltre sta mettendo in mostra giovani, come Bernardeschi e Chiesa. L’epilogo però sembra quello di una cessione a suon di milioni in futuro. Credo dunque che nella corsa europea la Lazio debba temere maggiormente Atalanta e Milan. Nelle prime tre posizioni la corsa mi sembra ormai indirizzata, vedremo in quale ordine alle spalle della Juventus. La Lazio ha il merito di sbagliare molto raramente l’approccio alla partita, facendo sistematicamente punti nelle partite alla portata“.
Il derby di Coppa Italia può essere più un peso o un’opportunità?
“Per molte squadre giocare partite di così alto livello è un’occasione importante per riuscire a far maturare il proprio gruppo. Sicuramente la Coppa Italia richiama alla Roma brutti ricordi. I giallorossi dovranno ora affrontare un periodo di impegni continui con la necessità costante di vincere per tenere sotto mira la Juventus in campionato ed avanzare nelle Coppe. A livello psicologico la Lazio dovrebbe scendere in campo con la forza dei nervi distesi. Con la voglia di togliersi un po’ uno sfizio che potrebbe impreziosire non poco la stagione, scaricando il peso dello stress del match sugli avversari. Sarà una gara equilibrata in cui potrà succedere di tutto. La Lazio deve pensare di poter raggiungere l’obiettivo perché è sicuramente nelle sue possibilità.”
Immobile e Parolo sono al momento i grandi protagonisti in casa Lazio…
“Inizialmente ero un po’ scettico su Immobile. Temevo che non potesse tornare ai grandi livelli di due anni fa. Qualcuno diceva fosse Cerci il segreto del suo essere così prolifico ai tempi del Torino. Il suo grande merito è stato quello di aver ritrovato la forma migliore ma soprattutto aver saputo superare il momento in cui non riusciva più a fare gol. In Parolo non tutti vedevano un calciatore in grado di posizionarsi in modo stabile tra i più grandi giocatori italiani contemporanei, anche in chiave azzurra. Non credo sia stata la quaterna a Pescara il momento più alto della sua carriera. Non è il suo mestiere dover fare quattro gol a partita. Il suo merito è la capacità di dare il massimo per la maglia. E’ capace di essere utilissimo e prezioso anche a fari spenti non solo per la Lazio ma anche per la Nazionale.“