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ESCLUSIVA – BUCCIONI: “A NOI IL FLAMINIO INTERESSA!”

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Intervista esclusiva al Presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni che fa chiarezza sul Flaminio

IL TEMA STADIO

E’ il tema del momento in casa Lazio e non solo. In tutta la città si parla della questione stadio. Ora, dopo che quello della roma ha avuto il via libera, tocca alla Lazio farsi avanti e rivendicare la sua casa. Tante ipotesi e tante proposte, ma di progetti ancora niente. Lotito vuole fare lo stadio sui terreni di sua proprietà (come non dargli torto), ma è pur vero che la Lazio non è solo una macchina per fare soldi, bensì una società sportiva con una profonda tradizione socio-culturale. Ecco allora che gran parte dei tifosi di fede biancoceleste vede nel FLAMINIO lo stadio dei sogni. A due passi dal centro città, immerso nel cuore del quartiere, già collegato con i mezzi pubblici e disponibile anche per diventare la casa della Polisportiva Lazio. A tal proposito il nostro direttore Sperati ha contattato un altro grande laziale, dieci volte più grande. Antonio Buccioni, Presidente della Polisportiva Lazio, che molto cordialmente ci ha spiegato un bel po’ di cose.

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IL FLAMINIO E’ LA STORIA

Innanzitutto dobbiamo scindere gli aspetti e i punti di vista. Da cittadino romano ti dico che il Flaminio è un patrimonio della città di Roma. Va salvaguardato e valorizzato per il bene dell’intera comunità. Io ci sono molto attaccato, perché proprio in quel luogo è avvenuto il mio “battesimo” da laziale. Era il lontano 1965, il diciannove settembre e con mio padre andavamo allo Stadio. Il Flaminio suscita un senso di appartenenza e di storia biancoceleste che riscalda i cuori di tutti noi tifosi della Lazio. Io in quanto presidente della Polisportiva Lazio ti dico che il Flaminio me lo riprenderei subito. Certo però, senza un traino economico importante, come faccio a farlo diventare sostenibile?”.

MA LOTITO…

Ecco che allora inevitabilmente il discorso verte sulla sezione calcio e sul presidente Lotito. “Che Lotito non lo trovi strategico per una serie di motivi è lecito. Diciamo che ci sono un mix di motivi per cui l’attuale presidente non vuole puntare sullo stadio costruito da Pier Luigi Nervi. Noi siamo portatori di valori etico-sportivi, valori tipici della Lazialità dei nostri padri fondatori, anche se il mondo si muove verso aspetti puramente di natura commerciale. Quindi Lotito non è il solo che si muove in una certa direzione. Può sembrare tutto poco nobile e molto commerciale, ma è così”.

L’OPINIONE DI PELONZI (CONSIGLIERE COMUNALE PD)

Ma Pelonzi che dice? “Con Giulio ci sentiamo molto spesso. Lui oltre ad essere un amico, è anche un grande laziale. Il padre infatti fu presidente della Lazio Calcio Femminile e quindi di lui mi fido. In questo caso lui rappresenta l’amministrazione capitolina che vuole dare nuova linfa a una struttura che verte in uno stato di totale abbandono. Lui vuole darlo alla Lazio e siamo tutti molto felici. Ma senza il traino di qualche potentato economico, da sola la Polisportiva non può farcela. Ecco perché sarebbe fondamentale la decisione della sezione Calcio. Lì noi potremo portare 10, 20, 30 sezioni per fare sport a Roma, anche se le sezioni che hanno bisogno di una piscina farebbero, forse, fatica.

TAVOLO IN ARRIVO?

Al Presidente Buccioni chiediamo se e’ previsto un tavolo fra le parti: “Che io sappia no. Vediamo, vediamo, è ancora tutto in evoluzione. Se riuscissimo ad andare al Flaminio ovvio che anche il Museo della Polisportiva Lazio diventerebbe quantomai una concreta realtà. Uno spazio a disposizione di romani e turisti per ciò che la Lazio rappresenta come Entità Morale. Non solo da un punto di vista sportivo, a due passi da Piazza del Popolo. Io non mi perdo mai una trasferta con la Lazio Pallanuoto e trasferte come Genova o Siracusa sono sempre impegnative. Ma i valori della Lazialità li vedo ancor di più nelle sezioni minori. In esse c’è più appartenenza e militanza ai colori e all’ideale Lazio. Il Flaminio, dopo il fallimento legato alla gestione della sezione Rugby nel 2008 che vi preferì lo Stadio Olimpico deve poter divenire un progetto sostenibile e non fine a sè stesso. Ormai la problematica legata alle infrastrutture non è tanto l’edificazione ma quanto la gestione dell’opera. Basti pensare alla Vela di Tor Vergata, un’opera di cui, appena si sono resi conto dei costi per mantenerla in funzione, hanno interrotto i lavori”. 

 

>>> leggi l’intervista del consigliere Pelonzi sul Flaminio <<<

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