La sincerità ed il punto della situzione di Felipe Anderson, dalla vita personale al rapporto con mister Simone Inzaghi
A CUORE APERTO
Felipe Anderson resta nel suo paese, al centro delle attenzioni mediatiche. Il giocatore di Inzaghi, ai i microfoni di Globoesporte, tocca altri argomenti della sua vita presente, dalla Lazio alla musica dell’amico Hungria:“La musica di Hungria mi riporta molto alla mia infanzia. Siamo cresciuti in un contesto povero all’interno di città che non offrivano molte risorse. Abbiamo dovuto correre entrambi tantissimo e lottare molto, ottenendo aiuti dove possibile, per essere in grado di realizzare i nostri sogni. Ora siamo entrambi sulla strada giusta, quella che ti dà la gioia di vivere e ti permette di osservare un futuro promettente. Io in particolare sono nato a Brasilia ma cresciuto nell’hinterland, presso il piccolo centro di Santa Maria. È un posto povero, umile come la mia famiglia. Un posto che ancora oggi lotta per crescere. Hungria viene da lì vicino e siamo diventati per questo grandi amici tenendoci sempre in contatto. Lui è un esempio di chi ha fatto passi in avanti con molto sacrificio”.
SULLA LAZIO E SU INZAGHI
Anderson poi, passa parlare della stagione calcistica in corso: “Il mio gioco è rimasto lo stesso, si è semplicemente ampliato. In alcune partite ho svolto anche un lavoro di marcatura dell’avversario. Io mi sento meglio a giocare in attacco ma il tecnico sa che può contare su di me, sulla mia forza e la mia velocità. Credo di essere migliorato molto nella fase difensiva. Lui mi ha dato questa nuova missione, quella di giocare ala, e mi sta bene. Spero di continuare così per aiutare i miei compagni”. Manca ormai davvero poco al derby. Inzaghi non potrà contare su Radu, Lulic e Patric, che sia un messaggio?