Alvaro Moretti, direttore di Leggo, è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali On Air“, per parlare dei due argomenti che tengono banco in questa settimana: la ripresa del...
Alvaro Moretti, direttore di Leggo, è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali On Air“, per parlare dei due argomenti che tengono banco in questa settimana: la ripresa del campionato con Lazio-Crotone ed il calciomercato.
La vicenda Keita a che punto è arrivata? “La Lazio è nel classico “cul de sac“, visto che la scadenza contrattuale di Keita imporrebbe una decisione drastica, che contrasta però con le esigenze che si sono venute a creare in campionato. La Lazio sta andando bene, ma da una vicenda del genere guadagnerebbe solo il giocatore. La possibilità di arrivare al rinnovo del contratto mi sembra non ci sia e ogni giorno che passa c’è una svalutazione del cartellino. Perdere Keita a questo punto della stagione però sarebbe un duro colpo“.
La Lazio è brava a individuare e valorizzare giovani, ma anche in questo caso sta mancando nello step successivo. Potrebbe succedere con altri talenti? “C’è un problema di dimensione, Lotito dal punto di vista del suo patrimonio non può permettere alla Lazio di salire di livello. Può gestire quello che ha, con la capacità dimostrata di creare giocatori per ribalte importanti. Il problema è che su Keita la Lazio doveva investire un paio di anni fa, ma due anni fa Keita costava più di sfasciacarrozze che di ingaggio ed il giocatore è stato gestito in maniera abbastanza spericolata dal suo procuratore, tanto che la Lazio l’ha quasi recuperato dall’oblio a un certo punto. Nel calcio la riconoscenza non è di casa. Certo col senno di poi, l’investimento andava fatto prima, anche alla luce del fatto che il giocatore aveva qualità particolari che potevano essere valorizzate“.
Come si poteva prevenire questa situazione? “Se vogliamo dirla tutta l’errore è stato fatto questa estate, perché Keita aveva fatto scelte che avrebbero dovuto portarlo fuori dalla Lazio, anche i compagni di squadra non lo volevano più tra i piedi. Quello che manca a Lotito in certi momenti è la capacità di fare dei tagli netti, come fece Cragnotti ai tempi di Vieri. Il vero tema oggi è quello degli ingaggi. Con interlocutori pronti a strapagare i calciatori come quelli cinesi, la Lazio non può cambiare dimensione o salire di livello. La Lazio ha ricavi che sono la metà di società come Roma e Napoli, si assesta a questi livelli anche per gli ingaggi. Gli anni di Lotito sono quelli più in linea con la dimensione aziendale del club, la Lazio negli ultimi campionati ha pagato i quarti posti che improvvisamente non sono stati più buoni per la Champions. La riforma che riporterà quattro squadre italiane ai giorni potrebbe dare una scossa a questa situazione“.
Per crescere a livello economico sarà necessario trovare un socio estero? “Non sono operazioni facili, Moratti ci ha messo due anni per liberarsi dell’Inter. C’erano famiglie che si sono trovate a far fronte personalmente a debiti che sono diventati insostenibili. Lotito gestisce le finanze della Lazio in maniera oculata, anche se commette errori come nel caso di Keita o va incontro a inevitabili cessioni come saranno quelle di Biglia e De Vrij. Non è detto poi che a fronte di investimenti massicci arrivino risultati. La Roma a fronte di un monte ingaggi enorme non riesce a vincere uno straccio di Coppa Italia. La classifica del campionato tuttavia rispecchia abbastanza il monte ingaggio delle squadre, soprattutto a lungo termine“.
Quali sono i pregi e i difetti della Lazio messi in mostra nel girone d’andata? “Avevo pronosticato la Lazio tra il quarto e il settimo posto in campionato, mi sembra di averci azzeccato abbastanza. Se non ci fosse questo problema dei rinnovi contrattuali questa sarebbe senza mezzi termini una squadra bellissima, tecnicamente ricca di potenziale, ma nel contempo giovane. Top player allo stato embrionale: De Vrij, Felipe Anderson, lo stesso Keita, abbinati a giocatori di grande qualità più esperti come Biglia e Parolo. In estate si è fatto sicuramente bene sul mercato intervenendo dove era necessario. Mi spiace non star vedendo più Hoedt che aveva dato ottimi segnali, Wallace e Bastos hanno dimostrato grande valore e anche Patric si è rivelato una sorpresa. Dopo alcune stagioni anche Radu sta tornando a grandi livelli“.