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Mondonico: “Inzaghi determinante, come Gasperini. Keita e Felipe? Fanno la differenza”

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Il suo nome è legato fortemente al Torino e all’Atalanta e proprio contro la Dea la Lazio dovrà iniziare il suo girone di ritorno in una sfida dal profumo d’Europa. Emiliano Mondonico ha parlato della sfida di domenica prossima ai microfoni della trasmissione “Laziali On Air“, sugli 88.100 di Elleradio.
Si aspettava che Simone Inzaghi riuscisse a mettere a posto così velocemente le vicende della Lazio? “Assolutamente no, credevo che tutto il trambusto estivo avesse conseguenze più concrete. Invece il ritorno di Inzaghi è stato determinante, è riuscito ad entrare nello spirito di questa squadra, si è messo subito in luce ed è nata questa banda dove tutti quanti si aiutano, dove ci sono tante prime donne che non si rubano la scena, ma si sostengono l’un l’altro. La grandezza di questa squadra è diventata la normalità. Quando leggi la classifica vedi un girone d’andata di grandissimo livello, con la squadra consolidata ai primi posti della classifica. Vuol dire chiaramente che ognuno fornisce il giusto contributo, va applaudito fortemente ciò che la Lazio ha fatto e quello che i giocatori stanno mettendo in campo. Il campionato con la Lazio ha ritrovato una delle famose sette sorelle che aveva perso per strada“.
La vittoria dell’andata per la Lazio è stata notevole, considerando che il campionato dell’Atalanta è stato eccezionale, con gli orobici capaci di girare a 35 punti in classifica. Anche Gasperini è un valore aggiunto alla stregua di Inzaghi? “Nelle prime sei partite Gasperini ne ha perse cinque e a Bergamo l’ambiente era in subbuglio, si iniziava già a parlare di fallimento stagionale. Poi chissà perché nella partita a Pescara contro il Crotone Gasperini inserisce i giovani al posto della vecchia guardia e questo ha sollevato prima della partita un po’ di perplessità. Sembrava solo una giornata particolare, invece poi la domenica successiva contro il Napoli i giovani sono stati tutti confermati e si è rivelata la mossa che ha cambiato il campionato dell’Atalanta, che ha iniziato una nuova, stagione segnata dall’entusiasmo dei giovani, un connubio incredibile che ha portato un mix di esperienza e di entusiasmo decisivo“.
Da ex ala, un giudizio su Keita e Felipe Anderson: “Entrambi rappresentano una grande rivincita per Inzaghi, che da attaccante ha saputo trasmettere il suo entusiasmo e il suo modo di fare. Se un attaccante è chiamato ad allenare un giocatore nel suo ruolo diventa tutto più facile, perché si comprendono le difficoltà, gli errori e le cose buone. Questi due ragazzi fanno un po’ la differenza nella Lazio e in questo vedo grandi meriti del tecnico. Ha dato modo a Keita e Anderson di mettersi al servizio della squadra, anche in fase di copertura, ma anche di liberare a briglie sciolte la loro fantasia e la loro straripante fisicità. Solamente un allenatore come Inzaghi poteva portare due giocatori così a dare il meglio di se stessi“.
Giusto puntare su Biglia oppure va considerata la sua età nella valutazione del rinnovo del contratto? “Bisogna sapere cosa si vuole fare da grandi. Se la Lazio punta in alto non può rinunciare a un giocatore dalle caratteristiche di Biglia. Può essere un punto fermo anche nel futuro, a meno che non si riescano a individuare in rosa delle alternative in grado di non far rimpiangere l’argentino. Se si decidesse di lasciarlo partire dovrà essere perché c’è una soluzione alternativa pronta“.
Un ex granata, Ciro Immobile, sta facendo cose incredibili in questa prima parte della stagione. Si poteva pensare a un giocatore così rigenerato in maglia biancoceleste? “Diciamo che in questo momento Immobile si sta gestendo molto bene, senza la frenesia di fare gol che pure è arrivato domenica scorsa. La Lazio ha tante soluzioni per andare a rete, anche con i centrocampisti e questo può aiutare Immobile a giocare soprattutto per la squadra e non solo per se stesso. Qui ritorna l’abilità di Inzaghi nel gestire gli attaccanti e nel capire come utilizzarli al meglio. Credo che Immobile abbia trovato un grande feeling con l’allenatore della Lazio, che gli ha fatto capire come si possa essere estremamente utili alla squadra anche senza fare necessariamente gol“.
Nella griglia attuale del campionato, quali sono le favorite per l’Europa? “Credevo che la Roma e il Napoli fossero obbligate a giocare sempre bene per fare risultato, nell’ultima partita vista ho capito che non è così. Le grandi squadre devono saper fare bottino pieno anche senza dominare le partite. Il campionato si deciderà quando non si potrà più giocare in allegria e spensieratezza, ma quando gli obiettivi andranno centrati con i risultati, ingresso in Europa compreso. In questo saranno decisivi gli allenatori. Mi fa sorridere quando i tecnici dicono “abbiamo smesso di giocare dopo 30 minuti” o “abbiamo sbagliato l’approccio”. Mi verrebbe da chiedere: “E tu cosa hai fatto?” Ecco, l’approccio tattico e psicologico degli allenatori sarà decisivo per chi vorrà guadagnarsi un posto in Europa”.

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