Finalmente domenica scorsa è arrivato il momento dell’esordio in Serie A di Alessandro Rossi. Quello del giovane attaccante, capitano e capocannoniere della Lazio Primavera, è stato un debutto atteso e meritato.
Per raccontare le emozioni vissute al momento dell’esordio del suo ragazzo è intervenuta ai microfoni di Radio Incontro Olympia la mamma di Alessandro, Angela: “In quel momento ero con mia figlia, è stata una cosa molta emozionante. Ci siamo tenute per mano, il cuore andava a 2mila. Siamo rimaste con il fiato sospeso trattenendo il respiro. Elena è la gemella di Alessandro, anche lei giocava a calcio. La nostra è una famiglia di sportivi: il nonno era un cestista di Serie A. Prima ancora aveva giocato come portiere. Anche io ho giocato a Viterbo in B. La passione per lo sport è nel DNA di tutta la famiglia. Alessandro da bambino ha giocato a pallacanestro, poi è passato al rugby. Solo verso i 10 anni ha iniziato con il calcio. Io avrei preferito il basket perché mi piace moltissimo. Quando ha sostenuto il provino con la Lazio aveva anche due proposte importanti per la pallacanestro. Io gli ho detto di scegliere ciò che voleva, e lui ha scelto il calcio”.
Sulla carriera di Alessandro fino a questo momento: “Ora si parla dell’esordio e sembrano tutte rose e fiori ma Alessandro ha avuto anche degli infortuni, è stato sottoposto a delle operazioni importanti, arrivare fin qui non è stato facile. Ha lottato tanto e questo lo ha reso più forte, dandogli un obiettivo da raggiungere. Non si risparmia mai e forse è stata proprio questa sua voglia di spaccare il mondo a causargli gli infortuni. Due anni fa è stato operato alla spalla destra, a giugno alla sinistra: si è fatto le spalle (ride, ndr). Abbiamo scelto l’operazione perché ci era stato consigliato così per il bene della sua carriera. Mi sono trovata sola a sostenere Alessandro, ma è stato un sacrificio che ho fatto con gioia e dedizione. Ho giocato e so quanto è importante lo sport, so quanto e come sia di insegnamento. Quando giocava con gli Allievi e ci lasciavano entrare al campo, andavo a vederlo con passione. Anche se mi ci è voluto tempo a riuscire a capire le regole del calcio (ride, ndr). Alessandro non ha paura dei contatti fisici, e forse questo è dovuto all’aver praticato il rugby. L’abilità nella fase aerea, invece, l’ha presa dal basket. L’aver praticato altri sport gli ha permesso di avere un bagaglio ampio”.
Il dopo partita con il Crotone: “Era euforico, come lo eravamo noi. Ci chiedevamo se avessimo sognato, abbiamo assaporato insieme questa gioia. E’ arrivata dopo tanti sacrifici. Abbiamo brindato in compagnia di alcuni amici di Ale. Abbiamo rivisto il momento dell’esordio ma ancora non ci crediamo. Ancora guardiamo le foto. La maglia la vuole incorniciare, e in più abbiamo fatto un collage con gli articoli dei giornali”.
E ora? “Ale è un ragazzo molto affettuoso ma anche permaloso e un po’ caotico. Forse anche troppo buono. Di sicuro generosissimo, soprattutto nei confronti degli amici. Ha un carattere solare. Un segreto? Ha talmente un carattere aperto che è difficile rispondere. Quando va in trasferta o prima della partita si concentra a tal punto da non rispondere neanche al telefono. Futuro? Credo che ora inizino le cose serie. Questo deve essere un punto di partenza e non un traguardo. Se vuole diventare un giocatore importante ora deve impegnarsi ancor di più. Ora deve dare il 200%. Inzaghi lo conosce sin da piccolo, ora deve continuare a lavorare più intensamente e con maggior determinazione. Deve essere umile e tentare di imparare sempre di più”.
Sulla Lazio Primavera: “Alessandro stima molto Bonatti. Se ha fatto tante reti è anche grazie all’allenatore che ha saputo costruire una buona squadra, con schemi che ne esaltano le qualità. Questa esperienza lo ha fatto crescere tanto, allenarsi con la prima squadra lo aiuta molto. E’ il capitano della Primavera e ne sente la responsabilità. Quello della Primavera biancoceleste è un gruppo molto coeso. Per crescere deve confrontarsi con i migliori, anche un solo allenamento con i big è molto formativo. Gli auguro di crescere ancora, poi la società saprà decidere del suo bene”.