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Roma c’è un modo di dire, “t’ha detto pedalino”, per dire “t’ha detto male, ti è andata male, sei stato sfortunato”. L’etimologia viene persa nella nebbia dei tempi, come l’ultima vittoria della Lazio in un derby di campionato. Perché la verità è che il 26 maggio è lì, nelle giornate che hanno fatto la storia, ma la storia della Serie A dice che ci troviamo nella peggior serie temporale degli ultimi 13 anni nella stracittadina. E potrebbe diventare la peggiore nel giro di un paio di partite.
Tabù o scarsa consapevolezza? Si è parlato molto delle frasi sulla guerra etnica nell’ultima settimana, benpensanti e buonisti si sarebbero sicuramente tranquillizzati se invece che con i tifosi avessero parlato con i giocatori della Lazio. Di guerra se n’è vista poca, venti minuti sulle gambe e sui nervi, poi è bastato un pasticciaccio arbitrale per far spaventare a morte i giovani, sin troppo giovani di Inzaghi, che tatticamente ha sbagliato poco.
Anzi, troppo poco. Il disorientamento è chiaro, a parte quelli che Inzaghino proprio non gli va giù e non aspettavano altro, erano secoli che una sconfitta in un derby non dava così pochi appigli per prendersela con l’allenatore. Più facile puntare il dito su Wallace e Marchetti. Ma se l’errore del brasiliano è stato un peccato mortale in un cammino che è però appena iniziato, quello del portiere è sembrato un primo passo verso il sunset boulevard. Malinconico, impietoso ma ineluttabile.
E allora cosa c’è da salvare in una domenica come questa. Sicuramente Danilo Cataldi, che a una spruzzata d’acqua ha risposto con una strattonata che ha portato a simulare chissà cosa, chissà che. Rimane l’immagine dell’olandese strisciante preso per la collottola: non siamo come quegli altri che ancora vaneggiano su una tirata di bavero di Cervone a Boksic, ma diciamo che dispiacere non ci fa. E poi Senad Lulic: quello che forse non ha pensato prima di parlare, ma che in fondo ha detto qualcosa che tutti pensavamo, che dopo un derby perso il bon-ton va a farsi ben-edir. D’altronde, se anche gli angeli mangiano fagioli, figurati se i bianchi non possono vendere calzini: a guardarla da un altro punto di vista, v’ha detto pedalino pure a voi.
Fabio Belli