Continua a suscitare clamore la squalifica inflitta al centrocampista della Roma Kevin Strootman per la simulazione seguita allo strattonamento da parte del pari ruolo della Lazio Danilo Cataldi nel corso del derby di domenica scorsa. Sulla vicenda è intervenuto, ai microfoni di ‘Sport Mediaset’, l’ex arbitro, attualmente opinionista sportivo per l’emittente del Biscione, Graziano Cesari, che ha detto la sua anche sul ricorso presentato dalla società giallorossa:
“Quando vieni colpito alle spalle, come è successo a Strootman, o corri più veloce possibile per schivare i colpi o ti butti a terra e copri le parti deboli. Il centrocampista della Roma non aveva altre alternative, visto che era di spalle e non poteva vedere cosa succedeva dietro di lui. La questione fa giurisprudenza perché è la prima volta che un giocatore viene squalificato per questo motivo e per così tante giornate. La Roma ha buone possibilità di vincere il ricorso“. Sì, caro Cesari, il problema è che Strootman non ha fatto nessuna delle due cose da te citate, ammesso che abbiano un senso, ma si è buttato a terra portandosi le mani al volto, come se fosse stato colpito da un pugno o da un colpo di pistola anziché da uno strattone. Evidentemente, il suo intento era quello di ingannare l’arbitro e ci è riuscito (vista l’espulsione inflitta a Cataldi), ma per fortuna non ha fatto lo stesso con il Giudice Sportivo, che giustamente ha deciso per le due giornate di squalifica. Il caso è chiuso.