L’avvocato Gian Luca Mignogna, per fare il punto sull’uscita del libro “Lo Scudetto Spezzato” scritto assieme ad Emiliano Foglia, che riassume le vere vicende del Campionato 1914/15, e lo stato della rivendicazione ex aequo del tricolore 1915 da parte della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio.
“Abbiamo vissuto mesi convulsi,” ha spiegato Mignogna, “ma la battaglia per lo scudetto spezzato, quello del 1915, sta per giungere al suo momento decisivo. Il libro si chiama così proprio per un’intuizione che ho avuto, per far capire che quello scudetto non può più essere ad appannaggio esclusivo dei soli genoani. Il lavoro storiografico e legale attorno alla rivendicazione è stato enorme. Molti dei documenti emersi sono dei veri e propri elementi probatori, nuovi e sconosciuti fino a poco tempo fa, che la FIGC certamente non potrà ignorare, così come non li ha potuti ignorare la Commissione dei Saggi che ha già espresso un parere molto chiaro in merito.”
“Questi elementi sono stati riportati in gran parte nel volume “Lo Scudetto Spezzato”, che depositerò in forma telematica in FIGC. Sono intenzionato a scrivere a breve anche al Presidente Federale Carlo Tavecchio e chiedere un’eventuale udienza presso lo stesso. I laziali chiedono giustizia, gli elementi emersi ormai sono fin troppo evidenti: comprendiamo perfettamente la delicatezza del momento, gli articolati meccanismi delle dinamiche federali e la fase particolare che si sta vivendo con il rinnovo delle cariche FIGC all’orizzonte. Tuttavia per la Federazione Italiana Giuoco Calcio credo sia arrivato il momento di prendere il coraggio a due mani ed assumersi la responsabilità di una decisione che sarebbe di portata storica, che rappresenterebbe a tutti gli effetti un atto di limpida giustizia verso i valori dello sport ed il rispetto dei principi giuridico/sportivi. E’ ora di rendere omaggio ai caduti laziali della Grande Guerra onde consacrarne i diritti che avevano acquisito sul campo: la conquista della finalissima nazionale! Il mio auspicio è che i Consiglieri Federali si determinino a decidere senza condizionamenti di alcun tipo, né di carattere personale o sportivo, né tantomeno politico. E’ la storia che lo richiede, il senso di responsabilità a suggerirlo.”