L’ex difensore biancoceleste, campione d’Italia nel 1974, Sergio Petrelli, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio:
“Alla Lazio manca qualcosa. Non riesco a capire se è un giocatore o un pizzico di crescita nella mentalità che li porta a volte a partire battuti con le grandi. Questa squadra ha gli esterni più forti del campionato, dovrebbe volare ma a volte si inceppano e non riescono a dimostrare il loro valore. Manca un centrocampista con un po’ di cattiveria ma acquistare un giocatore di valore superiore agli attuali non è facile.
Non c’è un giocatore a centrocampo che morde l’avversario. Tutti però, dovrebbero giocare con questa determinazione. Ogni giocatore dovrebbe fare qualcosa in più, mettere più grinta per diventare da buoni a ottimi calciatori. Tutta la squadra deve essere più determinata. I giocatori devono fare qualcosa in più per diventar una squadra da primi posti.
Felipe Anderson incarna il giocatore bravo che ha anche un po’ di grinta. I cartellini a lui arrivano perché è l’unico a mordere le caviglie. È completamente recuperato, si sta adattando bene al campionato. Se non fosse l’unico “cattivo”, l‘arbitro ci penserebbe su tre o quattro volte prima di estrarre un cartellino. Il brasiliano a oggi è il giocatore più in forma. Contro il Crotone non ci sarà perché è squalificato, spero che la Lazio non si faccia imbrigliare dai calabresi, poi tornerà a disposizione.
I biancocelesti devono finire al meglio il girone d’andata. Hanno capito di essere abbastanza forti per poter vincere su tutti i campi. La difesa è un po’ molle: la cattiveria si vede nell’incitamento, nell’entrata vigorosa, nel mostrare la faccia cattiva. Iniziare al meglio il 2017 sarebbe un biglietto da visita importante per il girone di ritorno.
Se il pacchetto arretrato fosse più grintoso, tutto il resto della squadra ne trarrebbe beneficio, si trasmette. I due dietro sono dei colossi: dovessero crescere anche in vigoria, sarebbe da sprone anche per centrocampisti e attaccanti.
I 21 gol subiti sono troppi. In passato, le squadre si costruivano da dietro, poi man mano si faceva il resto. Se hai una difesa forte, il gol prima o poi arriva e acquisisci una maggiore convinzione.
Quello tra tecnica e mente è il binomio che ci vuole. Inzaghi ha già fatto un miracolo. Non immaginavo una Lazio a questi livelli. Non vorrei che le critiche fossero esagerate. Tutti avrebbero firmato a inizio anno per vedere i biancocelesti così in alto alla fine dell’anno solare. Il tecnico è entrato bene nella testa dei giocatori. I tanti gol nella ripresa sono una questione mentale, quando la squadra va in vantaggio cala di tensione e rischia di farsi riprendere e superare. Inzaghi deve lavorare su questo, un calciatore non può crollare dopo un’ora di gioco.
La squadra è andata a Milano convinta di fare una buona partita e infatti ha giocato uno dei primi tempi migliori di questo campionato. Incassato il gol di Banega, c’è stato un crollo psicologico, i nerazzurri hanno preso coraggio e noi ci siamo afflosciati ed è finita come sappiamo.
La Lazio deve far capire che è arrivata al livello delle squadre blasonate, può vincere con tutti”.