Derby: una parola che può evocare anche ricordi tristi, luttuosi. Lo sa bene la famiglia Paparelli, che proprio in occasione di una stracittadina, ormai quasi 40 anni fa, ha perso il proprio capofamiglia, Vincenzo, tifoso biancoceleste, ucciso da un razzo partito dalla Curva giallorossa. E oggi, ai microfoni del ‘Fatto Quotidiano’, è intervenuto il figlio Gabriele per raccontare le sue sensazioni a circa 24 ore dalla partita più sentita dell’anno: “Sono andato allo stadio, e ci torno ancora, ma, che sia Lazio-Roma o Roma-Lazio, a livello emotivo è sempre uno scoglio difficile da superare. È doloroso ricordare quanto accaduto a mio padre, ma resto dell’idea che si debba andare allo stadio e tifare la propria squadra“.
Non ha perso dunque la gioia per quel calcio che gli ha portato via un punto di riferimento in tenera età Gabriele, che ha poi commentato il momento, sempre più desolante, che sta attraversando l’Olimpico a livello di tifoseria: “A Roma si vive una situazione che definirei antipatica. Mi spiace molto che la Curva Sud non entri allo stadio. Da appassionato di calcio mi rattrista che il derby sia privato delle scenografie e del tifo che lo rendono una partita unica al mondo. Così come mi infastidisce che le curve siano separate dalle barriere. A mio padre non sarebbe piaciuto uno stadio così“.