Gigi Cagni, mister esperto tra i decani del calcio italiano e allenatore in passato tra le altre della Sampdoria, ultima avversaria in campionato della Lazio, è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali On Air” per commentare il momento vissuto dalla Lazio di Simone Inzaghi.
C’è davvero un problema di abbondanza quando ci sono giocatori forti in rosa oppure possono giocare tutti insieme? “Sicuramente possono giocare insieme, a patto che sappiano interpretare tutte le fasi del calcio moderno“.
Parlando della qualità complessiva della rosa, la Lazio è da primi tre posti? “La Lazio ha fatto a Genova una grande impressione, quella di una squadra forte e soprattutto dotata di una grande personalità. All’inizio dell’anno avevo indicato la Lazio ed il Torino come possibili rivelazioni stagionali, squadre che avevano costruito un notevole impianto di squadra“.
La reazione avuta dopo il derby è stata notevole. Simone Inzaghi sta compiendo un grande lavoro anche dal punto di vista mentale? “Sicuramente il percorso di Inzaghi è stato non facile, provando diversi sistemi di gioco, anche se ora credo si sia assestato sulla soluzione migliore. E’ giusto comunque provare soluzioni diverse anche a seconda dell’avversario che si incontra. Inzaghi sta facendo rendere al meglio la squadra, l’essere stato giocatore lo aiuta a comprendere le cose in fretta, conosce tutto e sa che ormai la Lazio è casa sua. Servirà qualche anno per capire se potrà diventare davvero un grande allenatore“.
Dopo il gol di Parolo a Genova la Lazio è arrivata a portare in rete quattordici giocatori diversi in questa stagione. “Quando una squadra riesce a fare questo significa che la squadra è organizzata e soprattutto che il sistema di gioco è adatto alle caratteristiche dei calciatori in rosa. Le armi a disposizione la Lazio le ha, finora Inzaghi è stato bravo a sfruttarle nel migliore dei modi“.
Nei primi tempi la Lazio ha il migliore rendimento, con tre soli gol subiti. Contro la Fiorentina che tipo di partita si aspetta? “Ormai la Lazio è una certezza a livello tattico, non mi aspetto nulla di diverso da quanto di buono visto finora. A livello fisico potrebbe avere un piccolo vantaggio visto che la Fiorentina dovrà giocare giovedì il recupero con il Genoa. Sicuramente Inzaghi usa metodi di allenamento che mi piacciono, io il paracadute lo usavo negli anni novanta e in generale sa lavorare sulla potenza e sull’agilità nel modo giusto e si vede in campo“.
Il campionato è vicino al giro di boa. Le gerarchie alla fine del girone d’andata potrebbero essere affidabili? “Ormai, dopo sedici partite giocate, le qualità delle squadre sono emerse e si vede quanto valgono le varie formazioni. Credo che la Juventus sia sempre la favorita numero uno per lo scudetto. La Roma potrebbe essere vista come antagonista della Juventus, ma anche ieri ha stentato nel gioco, è una squadra forte, ma deve migliorare sul piano della continuità. Gioca meglio il Napoli, estremamente organizzato e che in futuro, con il ritorno di Milik, potrebbe migliorare ancora. Lazio e Torino possono giocarsi un posto nelle coppe, non credo in un rendimento a lungo termine del Milan che secondo me è andato oltre le sue possibilità. Per la retrocessione ci sarà una lotta circoscritta a poche squadre, ma il dato interessante nel girone di ritorno sarà la tranquillità con cui le squadre a metà classifica potranno giocarsi le partire, a viso aperto e senza paura“.
Lo strapotere della Juventus è sempre netto nonostante i tentativi dalle retrovie: “La Juventus sa come muoversi e non ha paura di affrontare il mercato a viso aperto. La cessione di Pogba ha portato tutta la squadra a rinnovarsi, una tradizione che i bianconeri cavalcano dai tempi di Zidane. Ricordo che quando il francese venne ceduto ci fu una specie di rivolta, a Torino erano tutti scontenti, salvo ricredersi quando la squadra tornò a trionfare dopo quattro anni senza scudetto“.
Il sorteggio di Champions ha strizzato l’occhio ai bianconeri e punito il Napoli: “Se si vuole fare la Champions le grandi squadre vanno incontrate, soprattutto nella seconda fase del torneo. Se si vuole fare strada in una competizione del genere bisogna avere la mentalità anche per affrontare squadre come il Real Madrid. La Juventus dalla sua può puntare alla vittoria del trofeo. Lo strapotere espresso in campionato è un caso unico nei migliori campionati europei, questo potrebbe avere un peso importante anche in Europa“.