Per parlare dei biancocelesti e del derby è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel l’ex attaccante biancoceleste Bernardo Corradi:
“Il derby non ha bisogno di grande preparazione da parte di chi gravita intorno ai protagonisti in campo. Spesso l’allenatore deve tenere un po’ a freno il gruppo e far sì che ciascun calciatore venga caricato giorno dopo giorno nel modo giusto, senza troppa pressione. Per Inzaghi, questa sfida sarà diversa rispetto ai match contro la Roma disputati finora nel settore giovanile. Un risultato positivo in questa stracittadina gli consentirebbe di scrollarsi di dosso l’etichetta del tecnico ancora poco esperto: ha già dimostrato di essere bravo, anche e soprattutto nel leggere le partite in corsa. Inzaghi è stato criticato eccessivamente, vedi la trasferta di Napoli. Adattare il sistema di gioco agli avversari per mettere in difficoltà quest’ultimi non è debolezza, soprattutto se si è meno forti tecnicamente. Forse non avrei adottato una tattica simile in casa contro il Pescara, contro la quale avrei mantenuto la fisionomia di base della squadra. Criticare l’allenatore per questo, però, sarebbe come cercare il pelo nell’uovo. Sta facendo benissimo, sin dalle sette panchine della passata stagione, nelle quali ha perso tre partite: una stradominata a Genova contro la Sampdoria, una contro la Juventus restando in 10 al 49’ e l’ultima giornata di campionato contro la Fiorentina, sfida nella quale c’erano poche motivazioni. Lui non vuole perdere mai, era così anche da calciatore. La squadra sta maturando, nello scorso anno molti ragazzi erano alla prima esperienza in Serie A: uno su tutti Milinkovic, oppure prendo in considerazione Keita, che spesso entrava a partita in corso o agendo da punta centrale. Inzaghi ha lavorato molto su sé stesso e sui suoi ragazzi. Il tridente biancoceleste attacca molto la profondità: Keita e Immobile sono punte a tutti gli effetti. Il vero 9, per caratteristiche, è Djordjevic, che non è mai stato impiegato con continuità, ma ha sempre dato il suo apporto. Domani la Lazio dovrà essere aggressiva soprattutto nelle transizioni negative; la Roma ha perso un giocatore come Salah, per i biancocelesti questa è una notizia positiva perché l’egiziano è un calciatore che avrebbe potuto fare molti danni in profondità. L’attacco della Lazio dovrà giocare molto alle spalle della difesa giallorossa, che non è molto veloce. Lo scorso anno la rosa biancoceleste aveva Candreva che andava spesso sul fondo e crossava: ciò implicava la presenza di un attaccante abile nel gioco aereo. Questo tridente, invece, è diverso. Di conseguenza, è variata anche l’impostazione tattica offensiva. Meno gioco aereo, ma più imprevedibilità e un maggiore attacco alla profondità. Spalletti è un allenatore evoluto, la Roma ha due tipi di gioco diversi in fase di possesso e in fase di non possesso. Nel calcio moderno, nel parlare di moduli fai fatica. In teoria, oggi si parla di occupazione degli spazi. Il derby è una partita che ti toglie molto a livello mentale: un giocatore che non è al 100% potrebbe risentirne e si rischierebbe di bruciare un cambio in partenza. Io non alleno quotidianamente de Vrij ed è possibile che fosse già pronto per la trasferta di Palermo, ma allo stesso tempo è possibile che lo staff avesse deciso di non rischiarlo in vista del derby. È tra i difensori più forti d’Europa, se sta bene deve giocare. La mia preparazione al derby? Ogni calciatore ha i suoi riti scaramantici, nel derby ancora di più! Sentivo l’adrenalina della città: arrivare allo stadio e vedere i tifosi in attesa del pullman era una bella sensazione. Vivevo il tutto in maniera molto serena. Per domani, credo che anche chi ha già vinto il derby abbia voglia di ottenere il successo. A Roma la stracittadina è una sfida speciale, basta vedere quanti tifosi sono andati giovedì a Formello. Anche uno straniero al primo anno in Serie A ha capito di cosa si tratta”.