AGGIORNAMENTO DEL 29/12 ORE 12 – Come sappiamo, Il Tar del Lazio ha sospeso con un decreto cautelare urgente l’ordinanza della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che vietava i ‘botti’ di Capodanno. Con buona pace della tutela alle persone e agli animali, dei minori rischi per la salute e dell’allerta anti-terrorismo – ancora più alta dopo gli ultimi fatti di Berlino. Ma quali sono i motivi? Nel parere si legge: “Il provvedimento impugnato… non appare sorretto da idonea istruttoria“. Ciò vuol dire che non è stato seguito l’iter necessario per l’emanazione del provvedimento, non sono stati coinvolti i soggetti necessari, gli uffici che avrebbero dovuto esprimere un loro parere prima che si potesse assumere il provvedimento. Non è inoltre sorretto “da una sufficiente motivazione“, ovvero non viene spiegato perché si stanno vietando i botti. L’amministrazione pubblica deve ispirarsi a principi di logicità e trasparenza (stato di diritto). Inoltre il Tar spiega che anche lo strumento adottato, l’ordinanza contigibile e urgente, è sbagliato. Questa ordinanza può essere emessa solo in casi di grave e urgente necessità, pericolo per la pubblica incolumità. (Pazienza se c’è l’allerta terrorismo e ogni anno c’è un sovraffollamento dei pronti soccorsi, ndr). Ancora: “Ordinanza contingibile ed urgente che inibisce l’uso di qualsivoglia tipologia di materiale esplodente, per giunta sull’intero territorio comunale“, scrive il Tar: di solito le ordinanze sui fuochi d’artifiico vietano solo alcuni tipi e in alcune zone della città. Nel caso di Roma si voleva vietare tutto e ovunque. Ci sono fuochi d’artificio che rispettano norme di sicurezza e ambientali. Insomma, secondo quanto sottolineato da Adnkronos, il Tar ha semplicemente affermato un principio di diritto al quale tutti devono conformarsi, anche il sindaco della Capitale.
Non c’è pace per Virginia Raggi. Come se non bastassero tutte le contrarietà che la Sindaca di Roma deve affrontare in questo periodo, ecco che emerge una nuova contrarietà che farà discutere. Il Tar del Lazio, infatti, ha sospeso con un decreto cautelare urgente l’ordinanza del sindaco di Roma, Virginia Raggi, che vietava i botti di Capodanno. Il Tar ha fissato inoltre una camera di consiglio per il 25 gennaio (data “utilissima” bisogna ammetterlo, ndr) per discutere nel merito la questione.
Come sappiamo, la sindaca Raggi aveva firmato un’ordinanza che prevedeva da domani – 29 dicembre – e fino alle ore 24 del 1° gennaio (quindi fino al 2 gennaio in pratica) il «divieto assoluto» di «usare materiale esplodente, utilizzare fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici» e di «usare materiale esplodente anche ‘declassificatò a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali». «L’inosservanza degli obblighi e dei divieti», prevedeva l’ordinanza, «comporterà l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria a partire da 25 euro fino a 500 euro oltre al sequestro amministrativo». Nell’ordinanza si considera che «sussiste l’urgente necessità di adottare misure idonee a garantire l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana, la protezione degli animali e assicurare le necessarie attività di prevenzione attraverso la limitazione dell’uso dei botti e dei fuochi di artificio sul territorio comunale». Un’ordinanza che aveva fatto esultare molte persone che vedevano i botti come un “pericolo volontario” per le persone e per gli animali. Questa decisione del Tar farà arrabbiare molti cittadini romani.
Ovviamente se da un alto alcuni gridano allo scandalo dall’altro lato c’è chi esulta per la sospensione dell’ordinanza: “Ci auguriamo che la sospensione da parte del Tar del Lazio dell’ordinanza della sindaca di Roma Virginia Raggi sia un monito per i sindaci italiani che hanno emesso ordinanze copia e incolla, vietando qualsiasi prodotto, anche quelli con la certificazione Ue e che quindi avevano superato il test di impatto ambientale e quindi la normale soglia di tollerabilità umana e animale”, sottolinea all’agenzia Adnkronos il presidente del SINOP (sindacato nazionale operatori pirotecnici)Pierdaniele Friscira. «Per ignoranza o buona fede – continua Friscira – hanno messo tutto dentro un calderone. Sappiamo che ci sono persone che abusano di prodotti che non hanno nulla a che fare con la pirotecnica legale ma fare ordinanze sbagliate aumenta il mercato clandestino e questo disorienta anche il cittadino».