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Vignaroli ricorda il suo passato biancoceleste. E di Lotito dice…

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In molti, tra i tifosi biancocelesti, ancora oggi lo ricordano tra i principali flop di mercato dell’era Lotito. Fabio Vignaroli arrivò infatti alla Lazio nella stagione 2007/08, dopo essersi svincolato dal Bari, unico rinforzo per  una squadra che si accingeva a ricalcare, dopo tempo immemore, i prestigiosi palcoscenici della Champions League. Una scelta che all’epoca Delio Rossi non gradí affatto, tanto che contro l’Udinese, in campionato, fece entrare l’esterno solo nei minuti finali, sottoponendolo ad una bordata di fischi. “A fine partita però mi chiese scusa”, ricorda l’ex Salernitana. Che, nonostante la diffidenza vissuta in quel periodo, non ha rimpianti: con l’aquila sul petto ha sempre dato il massimo, per sdebitarsi con quella Lazio che lo aveva chiamato, mentre stava per andare a giocare in Belgio, regalandogli “un premio alla carriera dopo tanti infortuni”. Oltre a tanti amici, tra cui Mauri, Mutarelli o Ballotta, che sente ancora oggi, e anche tanti ricordi. Come le sfuriate di Lotito nello spogliatoio: “È molto vulcanico come presidente, ricordo ancora quando si arrabbiò di brutto dopo un pareggio col Parma”. Oppure le tante passeggiate nelle vie storiche della Capitale, complice quella curiosità che lo ha portato in giro per il mondo, in Grecia, Australia e Malta negli ultimi anni della sua carriera. Smessi gli scarpini, è poi entrato nella dirigenza della Sanremese, con cui ha conquistato la promozione in Serie D. E adesso davanti a lui ci sono tanti progetti: da una clinica fisioterapica a una scuola di formazione per ragazzi. Ma, nonostante la lontananza, sarà sempre nel cuore dei tifosi della Lazio, che tre anni fa gli dedicarono perfino uno striscione piuttosto ironico: “Ridatece Vignaroli”. “Molti però mi dissero che erano sinceri”, ammette il 40enne di Finale Ligure.

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