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Inzaghi parte seconda: “Ecco cosa chiederò a gennaio al presidente”. Poi racconta Keita, Felipe e Immobile

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uesta la seconda parte della lunga intervista rilasciata dal tecnico della Lazio Simone Inzaghi al Corriere dello Sport:

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Su Keita: “Ha vissuto un’estate difficile, si sono moltiplicate le voci e le proposte, gli offrivano tre o quattro volte l’ingaggio che percepisce adesso, sono stati due mesi turbolenti. Ho provato ad accompagnarlo. Keita lo ritengo un giocatore imprescindibile, è un ragazzo di vent’anni, nemmeno nella mia grande Lazio ho visto uno con le sue doti. Gli ho parlato tanto, un giorno sembrava tranquillo, il giorno dopo era di nuovo in confusione. Ho preferito non utilizzarlo a Bergamo e con la Juve. Trovo sbagliato scendere in campo con il mercato aperto, lavori e poi ci sono giocatori che vanno in un’altra squadra. Il mercato sarebbe opportuno chiuderlo a luglio quando si va in ritiro. Keita nella settimana in cui dovevamo affrontare l’Atalanta non era a posto. Ho deciso di tenerlo fuori, è stata una scelta coraggiosa a Bergamo, non avendo neppure Felipe. Dovevo scegliere tra Oikonomidis e Lombardi che non avevano mai giocato in serie A. Keita non avrebbe fatto meglio in quel momento. Ora si sta allenando benissimo, s’è messo al servizio della squadra, sta aumentando la condizione fisica. Rinnovo Keita? Non ne ho ancora parlato con il calciatore, con Lotito e con Tare. Sono stati tre o quattro mesi molto impegnativi. Dovevamo preparare le partite, abbiamo avuto tanti infortuni, avevo solo 14-15 giocatori a Torino, ma ero tranquillo. Tutti entrano e danno il fritto. Penso a Patric oppure a Hoedt, che aveva giocato la prima e poi è rimasto fuori ma è tornato e ha fatto bene. Patric invece è entrato a Napoli e mi ha agevolato. Se fosse arrivato un tecnico nuovo magari non sapeva di poter contare su Patric. Io ho conosciuto questi ragazzi prima dell’estate e sono stato favorito. Ma quando vedi entrare bene chi non gioca è la più bella soddisfazione per un allenatore”.

Su Immobile: “Che facesse gol lo prevedevo, l’ho voluto a tutti i costi, come lavora mi ha sorpreso. Noi attaccanti a volte siamo indolenti. Mi ci metto anch’io. Facciamo fatica a lavorare. Ciro sin dal primo giorno si è messo al servizio, se gli chiedo di lavorare sui mediani avversari lui lo fa, corre quanto un centrocampista. Mi ha sorpreso il modo in cui lavora. E’ ancora giovane, ha vinto la classifica marcatori col Torino, ha ampi margini di miglioramento. Cerca di dare il massimo. Penso sia giusto che in questo momento sia il centravanti della nazionale”.

Su Felipe Anderson: Ha grandissimi mezzi, può essere il terzo d’attacco o il quinto di centrocampo, ha qualità fisiche eccezionali, si allena al massimo. Deve crescere dentro la partita. Ci sono dei momenti, quando sbaglia una giocata o non gli viene passata la palla, o si gioca di più a sinistra, in cui si adombra. Un campione non deve farlo. A Felipe non rinuncio, credo di non averlo mai sostituito. Più fiducia di così… Deve continuare a lavorare bene, qualcosa di storto, un gol sbagliato o uno stop, a volte lo condizionano. Qualche gol in più può segnarlo, ha fatto tanti assist, ne arriveranno altri”.

Infine sul mercato di gennaio Inzaghi spiega: “Per adesso dobbiamo arrivare a Natale, lo vedremo tra cinque partite dove saremo, spero solo di poter scegliere di avere tutti a disposizione. Sicuramente chiederò al presidente di non vendere nessuno”. 

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA

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