I dubbi sono svaniti: “Date lo scudetto 1915 ex aequo con il Genoa alla Lazio“. Ad affermarlo, tramite una relazione di dieci pagine, è la commissione nominata dal presidente della Figc Tavecchio. Dopo anni e tante discussioni in merito bisogna sanare la clamorosa ingiustizia sportiva assegnando quel titolo anche al club biancoceleste visto che molti giocatori dell’epoca morirono nella “Grande Guerra” e non poterono prendere parte alla finale del Campionato 1914-1915. Adesso la palla passa al Consiglio Federale che dovrà, dopo aver studiato il documento dei giuristi, votare. Ma non tutti, a distanza di anni, vogliono dare il terzo tricolore alla Lazio. Nel documento che hanno i membri del Consiglio Federale che dovrà dare l’assenso finale c’è la spiegazione dettagliata e completa della vicenda. La commissione, resa nota il 7 giugno scorso, è composta dal dott. Fabio Santoro (presidente di una sezione del Consiglio di Stato), il dott. Paolo Cirillo, l’avvocato Maurizio Greco (avvocatura dello stato), il dott. Cesare Mastrocolo (Tar) e il professor Mauro Sferrazza (Diritto Commerciale). Sono loro che dovranno esprimere un giudizio chiaro, ora non resta che aspettare il parere del consiglio federale. Decisiva in tal senso è stata la memoria riepilogativa dell’avvocato Mignogna su una vicenda nota da anni ma diventata d’attualità grazie alle recenti scoperte del Centro Studi Nove gennaio Millenocevento. Per prima cosa la commissione ha chiesto al Genoa (trionfatrice allora nella corsa al titolo senza giocare la finale contro i biancocelesti a causa dello scoppio della guerra) qualche carta dell’epoca, ma non risulta nessun atto ufficiale come non esiste neanche la documentazione della Federcalcio. Le nuove prove presentate dall’avvocato Mignogna e dal dott. Felci hanno dato la svolta: la scoperta del comunicato del Lucca che doveva giocare l’ultima partita del girone contro i biancocelesti ma che si era ritirata per motivi finanziari è stata decisiva per definire il primo posto biancoceleste. La Lazio avrebbe dovuto giocare di diritto quella finale e dopo tanto tempo è giusto fare luce su quella pagina di storia e rendere onore ai caduti in guerra. Come può una federazione calcistica assegnare un titolo a una squadra solo perché era del Nord e fino a quel momento tutte le finali scudetto erano state vinte da società di quelle zone andando contro a qualsiasi principio di lealtà sportiva? Proprio per rimediare a questo errore arriva il documento della commissione.
Dalla relazione si evince che il club capitolino era anche vincitore virtuale con le squadre del centro sud in quanto lo spareggio tra Internazionale e Naples era stato annullato per irregolarità di tesseramento di due giocatori. Pertanto alla Lazio sarebbe spettato il titolo di campione d’Italia del centrosud e la qualificazione alla finalissima. Al termine della guerra invece la Figc con una delibera del 23 settembre 1919 assegnò d’ufficio il tricolore al Genoa senza considerare la miglior posizione della Lazio che era già arrivata in finale. Torino e Inter che nell’ultima gara potevano scavalcare il Genoa presentarono ricorso per il girone Nord ma venne però respinto. Il titolo venne assegnato al Genoa e questa conclusione, come spiegato nella relazione, “non è condivisibile e sembra quindi che la Figc nel dare il titolo al Genoa si sia pedissequamente ispirata alla stampa dell’epoca senza valutare i fatti in corso come realmente succedutisi e che da essa non potevano essere ignorati nella loro complessità”. Le successive righe chiariscono anche l’ex-aequo: “A motivo del lungo tempo trascorso sembra impossibile intervenire in autotutela circa l’assegnazione del titolo sportivo così importante come uno scudetto a distanza di più di cento anni dagli eventi, soprattutto per essere adottata una prima volta nel 1919, a conferma nel 1921, senza alcun ricorso o contestazione all’epoca da parte della Lazio“. E ancora: “La motivazione postuma del titolo 1914-15 non è nota, né se n’è rinvenuta traccia negli archivi della Federcalcio o del Genoa o in altra fonte conosciuta”. Nella relazione poi si fa presente il precedente avvenuto in Germania nel campionato di calcio del 1894 in cui o Scudetto venne assegnato al Viktoria Berlino d’ufficio perché l’Hanau non aveva soldi per giocare la finale. Ma il 21 luglio del 2007, sollecitati dalla Bundesliga, i due club rigiocarono due partite oltre un secolo dopo (campione risultò comunque il club di Berlino). Su questo punto la commissione spiega: “Trovare la soluzione di far disputare la finale Genoa-Lazio osterebbero non solo motivi di opportunità, essendo trascorsi più di 100 anni e per evidenti ragioni di legittimità, sul rilievo che tale decisione equivarrebbe a una modifica dell’ormai consolidata assegnazione di quel titolo già disposta nel 1919″. Infine la conclusione: “Ammesso che l’unica possibilità di autotutela nell’assegnazione del titolo sportivo, resta quella in cui non vi sia alcun pregiudizio per le parti coinvolte, non essendo ammissibile incidere su situazioni di vantaggio già consolidate, deve concludersi che l’unica soluzione per rimediare alle evidenti omissioni commesse dalla Figc nell’assegnazione del titolo di campione d’Italia 1915 al Genoa, rimane quella di attribuire ex aequo alla Lazio il medesimo titolo per quell’anno”. Ora come riportato da iltempo.it manca solo un tassello, ma dubbi non ci sono più a meno che la Figc e i consiglieri federali non vogliano negare quanto scritto dalla commissione dei saggi.