Ha impressionato in Champions League mettendo in seria difficoltà i difensori dell’Arsenal, confermando così quanto di buono è stato visto in lui fin da questa estate quando la Lazio è stata alla ricerca disperata di un vice-Candreva. Stiamo parlando di Jonathan Renato Barbosa, meglio noto come Jonathan Cafù. Il brasiliano, nonostante la Lazio abbia acquistato Luis Alberto ruota incorno all’orbita Lazio. C’è infatti il doppio nodo Keita da risolvere: il rinnovo infatti ancora non arriva ma una sua partenza a Gennaio ad oggi è altamente improbabile. Sicuramente mancherà per quasi un mese a causa della partecipazione in Coppa d’Africa con il suo Senegal. Ed ecco che ritorna in auge il nome di Jonathan Cafù come sostituto durante la sua assenza in questi giorni (e non solo…). Il brasiliano in più è riuscito ad ottenere il passaporto comunitario ed è quindi tesserabile già nella finestra di gennaio. Lui nonostante stia molto bene in Bulgaria sarebbe entusiasta di venire alla Lazio e di giocare con il suo nuovo amico Felipe Anderson come ha confermato lui stesso: “Tare ha parlato più volte con il mio procuratore, c’è stata una serie di contatti tra le società. La Lazio è sempre in contatto con il mio procuratore. È un grande club che ha fatto la storia. Il mio amico Felipe Anderson me ne ha parlato”, queste le sue parole riportate da “Il Corriere dello Sport”. I due si sono conosciuti in patria da ragazzi, potrebbero ritrovarsi anni dopo nella Capitale. Le sue prestazioni però intanto hanno acceso i riflettori su di lui. La valutazione è lievitata fino a 12 milioni (il club di Razgrad lo aveva preso a poco più di 2). E in Inghilterra è spuntato anche l’interesse di Leicester e Arsenal.
CARATTERISTICHE – Rapidità e dribbling le specialità, ala o punta le posizioni in campo. L’anno scorso, da protagonista, la vittoria del titolo con il Ludogorets: otto i gol, tre gli assist. Quest’anno di reti ne ha siglate già nove tra campionato ed Europa. Spesso decisive come quelle nel terzo turno preliminare che hanno eliminato la Stella Rossa. Un sogno, dopo un’infanzia difficile. Cafù non dimentica le origini. Cresciuto senza padre, con sette fratelli, correva per consegnare volantini porta a porta. Il calcio amatoriale unito al lavoro. Tante squadre, prima dell’arrivo al San Paolo. Da qui verso il sogno europeo. Sempre con quel soprannome datogli dalla zia in onore dell’ex terzino della Nazionale brasiliana. Che in realtà l’accento non l’aveva. Dopo quello giallorosso, un altro Cafù potrebbe tornare ora a Roma.