“Non preoccuparti della critica. Se non è vera, ignorala; se è ingiusta, evita di irritarti; se è ignorante, sorridi; se è giustificata, impara da essa”. Non sappiamo se mister Inzaghi conosce questo aforisma ma sicuramente in questi suoi mesi di Lazio lo sta applicando molto bene (ogni gesto scaramantico in tal caso è lecito). Da quando è avvenuta la spiacevole “vicenda Bielsa” Simoncino ha dovuto convivere con una situazione ambientale “molto difficile” – per usare un eufemismo – ma, al contrario di quanto avrebbero fatto molti (defilarsi a gambe elevate) lui è rimasto, voglioso più che mai di dimostrare il proprio valore. Del resto dopo tanti anni di Lazio ormai conosce l’ambiente biancoceleste come le proprie tasche e sa benissimo dove sta quella sottile linea rossa che separa la critica costruttiva da quella distruttiva. “Sono a Roma da 17 anni conosco l’ambiente e so quali critiche devo ascoltare per crescere e quelle che invece sono prevenute. Sono sempre sereno e cerco di fare il mio lavoro, questo mi sta dando grandi soddisfazioni“: aveva detto il mister poco dopo la bellissima vittoria contro l’Udinese alla Dacia Arena. Inzaghi sta “crescendo” come allenatore ed è normale che all’inizio abbia puntato principalmente a raggiungere ciò che alla fine – al di là di tutti i giri di parole – conta davvero nel mondo del calcio: i risultati. Una volta fatto ciò che serviva per consolidare il gruppo e raggiunto un certo livello di serenità ha lavorato sul contorno: il gioco. I suo ragazzi lo stimano, lo seguono con convinzione e dedizione esemplare, non solo i giovani (da cui sta riuscendo a trarre il meglio: vedi Lombardi e Murgia) ma anche dai veterani e ciò è fantastico.
IL 4-3-3 CAMALEONTICO – Che la Lazio sia una squadra camaleontica, pronta a cambiare assetto anche in corsa, è balzato agli occhi di tutti, dall’inizio del campionato 4-3-3, 3-4-3, 3-5-2, 4-4-2: non si può dire che Simone Inzaghi non abbia variato i piani di gioco. Un gioco che è riuscito a portare a rete – come evidenziato dal giornalista Mario Sconcerti qualche giorno fa – ben 11 i marcatori diversi: Ciro Immobile, Keita, Lulic, Milinkovic-Savic, Radu, de Vrij, Lombardi, Hoedt, Cataldi, Murgia, Felipe Anderson hanno dato il loro contributo siglando un centro a testa. Un grande merito di mister Inzaghi, capace di far un gioco che è in grado di portare a segno tanti giocatori diversi. Il tecnico della Lazio ha sempre cercato di plasmare il suo undici per fronteggiare al meglio l’avversaria che si trovava davanti facendo spesso e volentieri necessità-virtù: vedi Basta centrale nella difesa a 3 contro il Napoli e/o Felipe Anderson terzino fluidificante negli altri casi di mancato utilizzo della difesa a 4. La base di partenza è tout court il 4-3-3. Inzaghi ci ha lavorato molto ma per vari motivi non ha potuto usufruire sempre. Dopo la sfida contro l’Udinese – in cui i biancocelesti scendevano in campo con un 4-4-2 schiacciando i friulani per 0-3 – la Lazio ha sempre giocato con la difesa a 4, salvo nella trasferta di Napoli, in cui Inzaghino ha di nuovo rodato il 3-5-2 per rendere proteggere i suoi difensori che, vista lo loro stazza, rischiavano di essere esposti ai costanti pericoli garantiti dal tridente partenopeo.
Alla luce di tutto ciò…auguriamo al mister di continuare su questa strada, sperando che porti la Lazio sempre più in alto. “Lì….dove osano le aquile.”
Marco Lanari