“È una delle prime tre partite che porto nel mio cuore. Giocare e vincere un derby è un ricordo che porterò sempre con me, qualcosa davvero di eccezionale”. Torna a parlare della stracittadina del 6 gennaio 2005, Antonio Filippini ai microfoni di Radiosei: “Oggi più che allora l’intensità la fa da padrone, nell’ultimo turno Genoa e Lazio lo hanno dimostrato. Se abbinata alla qualità, può consentire ai biancocelesti di fare bene anche nel derby. Rispetto agli altri anni il divario con la Roma si è ridotto. Sono due squadre molto competitive con allenatori preparatissimi. Inzaghi ha dimostrato di poter stare in Serie A. Quando giochi da attaccante poi da allenatore ti aspetti determinate cose, merita un grosso applauso. È riuscito a fare tesoro dei tanti anni passati alla Lazio come giocatore e allenatore delle giovanili. Ne ha tratto certamente vantaggio e i risultati si stanno vedendo”.
Sul modo di allenare di Inzaghi e Spalletti: “Entrambi hanno in mano lo spogliatoio, ogni allenatore cerca di stimolare i giocatori al cento per cento. Possono essere giuste comunque entrambe le strade per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Poi sulla gara di domenica: “Sarà un bellissimo derby, il risultato è in bilico. Una vittoria sarebbe un punto di partenza, un consolidamento della forza della Lazio. Il campionato infatti è ancora lungo e il terzo posto può essere un obiettivo. Il centrocampo è il reparto più equilibrato. Chi riuscirà ad avere la meglio in questa zona, potrà spuntarla. Anche i tridenti sono forti: hanno velocità e possono giocare sia nello stretto che in profondità. Fanno paura”. Sugli spettatori: “Giocare il derby con lo stadio pieno è completamento diverso. Spero sia una questione momentanea e che nei prossimi anni si possa tornare al calcio di una volta, quello fatto di passione”.