Qualche giorno fa il giornalista Giuseppe Cruciani ha lanciato una forte provocazione definendo “malati” i laziali che non vanno allo stadio a causa dei dissidi con la presidenza Lotito. Dichiarazioni che hanno infastidito molti tifosi, colpiti dalle esternazioni del noto giornalista. Tra questi c’è anche lo stimato collega Alberto Ciapparoni, capo servizio dell’emittente radiofonica Rtl 102.5, che ha scelto la nostra testata giornalistica per rispondere alle dichiarazioni di Cruciani. Di seguito la lettera completa:
Gentile Laziochannel, qualche giorno fa la Vostra testata ha dato giustamente spazio alle dichiarazioni del collega di Radio 24 Giuseppe Cruciani e alle sue parole sui “’tifosi che non vanno allo stadio a causa di Claudio Lotito”, e per questo definiti “malati”. Vorrei approfittare della vostra cortesia per rispondere pubblicamente a questo concetto, che negli ultimi tempi sento spesso esternare, soprattutto, credo, in relazione al buon andamento in campionato della ‘nostra’ Lazio. Il sottoscritto è lazialissimo e non ama affatto l’attuale gestione societaria. Siamo ancora in democrazia e penso di avere il diritto di pensarla così, senza naturalmente voler costringere gli altri a sposare la mia idea. Non è solo e tanto una questione di risultati: anche se nell’ambiente biancoceleste troppo facilmente si dimentica il ciclo di Sergio Cragnotti e le vittorie ottenute durante quel fantastico periodo che tutti noi laziali (compresi quelli che sostengono che Lotito sta ancora pagando lo scudetto del 2000) ben conosciamo. Ma è in particolare una questione di stile: una conduzione della società da 12 anni lontana, anzi lontanissima anni luce, dalla LAZIALITA’. Arroganza, incapacità di dialogo, mancanza di rispetto verso i tifosi e verso chi ha fatto la storia laziale, impegni non mantenuti, promesse disattese, atteggiamenti da Prima Repubblica (nel senso peggiore del termine), prese in giro…: io personalmente non dimentico questi anni. Sono malato per questo? No, non credo. Piuttosto, mi verrebbe da domandarmi se malato non sia chi ancora si ostina ad avallare simili comportamenti. Certo, sarebbe più facile in questo momento che la squadra va bene e dopo l’ottimo pareggio di Napoli, fare finta di nulla, applaudire Presidente e Direttore sportivo, andare allo stadio e salire sul carro del presunto (e momentaneo) vincitore: troppo comodo, però. Io dico no e non ci sto: intendiamoci, il cuore dice sempre Forza Lazio, e mi auguro che mister Inzaghi e i ragazzi arrivino più in alto possibile, e guai a chi dice che non sono laziale oppure a chi mette in dubbio il mio tifo. Nessuno si deve permettere (così come io su questo aspetto non mi permetto di contestare i cosiddetti lotitiani): papà era laziale, laziale sono io, laziali sono le mie figlie… Ma per me oggi 8 novembre 2016 è sempre Lazio-Sassuolo e ‘libera la Lazio”. La libertà non si compra con qualche punto in più in classifica, si compra soltanto con una nuova gestione che rappresenti una svolta e una cesura, specie morale, nei confronti degli ultimi anni. Il collega Cruciani vive e lavora a Milano: e si vede. Mi permetto di suggerirgli un ritorno momentaneo nella Capitale e un tuffo nel mondo-Lazio. Poi, ne riparliamo, caro Giuseppe!
In fede
Alberto Ciapparoni