Il calcio resta ancora lo sport più seguito nel nostro Paese ma le percentuali di coloro che lo seguono sono sempre più in calo. Secondo un sondaggio condotto da Demos per Repubblica 4 italiani su 10 si definiscono “tifosi” di calcio. Dato poco superiore rispetto agli altri sport, su tutti motociclismo e Formula 1.
Quando si tratta di motori, Valentino Rossi o la Ferrari, il tifo unisce, mentre nel calcio divide gli italiani. Il tifo nel calcio suscita appartenenza e, dunque, divisione. Da qualche tempo, inoltre, è attraversato da dubbi crescenti. Il 38% degli italiani intervistati si dichiara “tifoso di calcio”. Un po’ meno rispetto agli ultimi anni ma ben 14 punti al di sotto del 2010 (e 20 meno del 2009). Parallelamente sono cresciuti i sentimenti e i risentimenti più accesi. Oltre la metà dei tifosi (per la precisione il 53%) è, infatti, costituita da “militanti”. Ultra-tifosi, anche se non necessariamente ultrà: 10 punti più del 2010 di cui ben 6 rispetto a un anno fa. Un ulteriore 31% è composto da tifosi che si definiscono “caldi”. Così, quasi l’85% del tifo esprime un forte grado di coinvolgimento. In assoluto il livello più elevato dal 2005.
Nel calcio italiano la bandiera maggiormente seguita è sempre quella bianconera. Infatti sono più di un terzo i tifosi che sostengono la Juventus. A distanza Inter e Milan, entrambe intorno al 14%, avvicinate dal Napoli al 13% e ancora dietro la Roma. Le altre, Lazio e Fiorentina per prime, hanno sostenitori limitati su base nazionale, di cui la maggior parte concentrate in ambito locale. L’altra faccia dell’appartenenza è l’antagonismo. La Juve è si la squadra più amata ma, per lo stesso motivo, anche la più “odiata”. Da tutti ma in particolare da napoletani, romanisti e interisti. La rivalità con i nerazzurri è nota, amplificata anche dalle vicende di Calciopoli. Una novità è l’ostilità dei tifosi napoletani verso i bianconeri, riflesso evidente del passaggio di Higuain alla Juventus.
Il tifo italiano sta, dunque, restringendo i propri confini mentre al suo interno aumentano le componenti militanti. E’ anche per questo motivo, forse, che gli stadi si svuotano. Il calcio è diventato uno spettacolo da guardare in tv o tramite pay per view, a pagamento o, sempre di più, su internet. Ma anche l’audience delle pay per view appare in costante calo negli ultimi tempi. Una ragione su tutte: la credibilità. O meglio: la non credibilità. Perché il campionato è ritenuto sempre più condizionato dalla corruzione, dalla criminalità organizzata e dalle scommesse. Solo due tifosi su dieci credono che il calcio sia più pulito rispetto a dieci anni fa. Mentre la fiducia nella Lega e nel presidente della Federcalcio, Tavecchio, è circoscritta a una minoranza di tifosi non superiore a un terzo. Così non sorprende che nove tifosi su dieci chiedano il ricorso alle tecnologie in campo. Come la moviola. Non solo per fiducia nella scienza ma più per sfiducia nel sistema del calcio. Perché dopo Calciopoli, secondo la maggioranza dei tifosi, non è cambiato niente, anzi semmai la situazione è peggiorata.