Di 16 ottobre, un altro gol celebre all’ultimo minuto per la Lazio c’era già stato di recente: ben più importante, quello di Miro Klose nel derby del 2011. Cinque anni fa, calcisticamente e non solo una vita, un Olimpico ben più gremito di quello di ieri si è ritrovato ad applaudire, con rabbia e con amore, il rigore di Ciro Immobile.
Luci a San Siro (no, Olimpico!) di quella sera, eravamo tutti lì: ricordi il gioco? Ieri se ne è visto abbastanza, sicuramente più che nella partita con l’Empoli. Lì si era detto, ok la vittoria, ma che brutta partita! Ieri si è detto: ok il gioco, ma che brutto risultato! Se gli avversari sbagliano sotto porta siamo noi ad essere “miracolati”, se sbagliamo noi è mancanza di cattiveria, di voglia di vincere, a tratti forse anche di voglia di vivere.
E invece chi ci crede fino all’ultimo minuto ad avere voglia di viverla tutta, quest’avventura. Certo quanto fatto sotto porta, in particolare da Immobile e da Milinkovic-Savic, potrebbe non restare impunito. Nel senso che qualcuno potrebbe presentarsi sotto casa? Il fruente caliente di Icardi poterebbe circa 300 energumeni pronti ad uccidere manco si trovassero di fronte ai Persiani: noi, che ai nostri ragazzi in fondo gli vogliamo bene, ci accontentiamo di chiedergli di aggiustare un po’ la mira.
All’ultimo minuto, tutto è possibile: peccato che questa partita rischi di passare come se non fosse mai avvenuta. In fondo, un pareggio da niente, in un pomeriggio come tanti. Di sicuro sarà così per De Vrij: dopo quella craniata, chi si ricordava di quello che era successo prima? Ha visto solo il rigore di Immobile, e ha festeggiato una vittoria all’ultimo minuto come cinque anni fa noi al gol di Miro. Corsi e ricorsi storici, forse Giambattista Vico aveva dato solo una capocciata particolarmente forte.
P
iamose ‘sto punto, va.
Fabio Belli