Nel giorno del 37° anniversario dalla tragica scomparsa di Vincenzo Paparelli, il figlio Gabriele Paparelli è intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio 89.3 FM.
28 Ottobre, giorno triste: “Oggi è una giornata triste come da 37 anni a questa parte. L’assenza risuona nella testa 365 giorni l’anno, come accade a chiunque perde una persona cara, soprattutto se si tratta di un genitore. Poi in quel modo è ancora più drammatico“. Gabriele sottolinea la vicinanza costante del popolo laziale: “Il popolo laziale mi sostiene e mi dà la forza di andare avanti, di camminare a testa alta e mi aiuta nel cercare di ricordare sempre papà, soprattutto nel ricordare a tutti come è morto, per una partita di calcio e questo non deve accadere mai più. Lo sport più bello del mondo lo dobbiamo vivere con allegria, gioia e sportività. Questo è quello che da tanti anni cerco di diffondere il più possibile“. 37 anni fa, una giornata che cambiò il tifo italiano: “Da quel giorno cambiò il mondo delle tifoserie. Negli ultimi anni non ci sono stati più scontri. Separare le curve è stato un provvedimento eccessivo, i tifosi di Roma sono maturati tantissimo. Ci troviamo sempre a dare l’esempio e non capisco il perché di questo provvedimento“. Un’opinione sul caso barriere allo Stadio Olimpico: “Io mi auguro che vengano tolte perché è brutto vedere le curve in questo modo. Bisogna responsabilizzare il tifoso. Parlo per la Nord, non capisco perché vengano sottolineati solo eventi negativi quando in realtà, dalla Curva stessa, partono iniziative valide anche per il sociale. Bisogna tenere in considerazione anche queste cose: è una curva matura che sa ciò che fa. Secondo me lo stadio dovrebbe essere un’occasione per conoscere altre persone e per vivere l’evento sportivo tutti insieme. Ero piccolo quando non vedevo l’ora di andare allo stadio proprio per stare con degli amici. Non si possono fare delle multe ad uno spettatore che si sposta dal suo posto“. Sugli auguri della Lazio a Florenzi per l’infortunio subito: “E’ stato bello e giusto vedere gli auguri di pronta guarigione da parte della Lazio a Florenzi, il calcio dovrebbe essere così. Secondo me andrebbe evidenziata questa iniziativa“. Sui tifosi della Lazio: “I biancocelesti stanno avanti, sono tifosi veri“. Ricordando quel giorno infame: “Tanti tifosi si sarebbero potuti trovare, 37 anni fa, nella mia stessa situazione ma il destino ha voluto che capitasse a papà. Lui si è mosso, si è spostato più d’una volta quel giorno all’interno dello stadio: ma il destino aveva già deciso. Si era abbassato per prendere il suo panino con la frittata, quando si è rialzato è successo quello che è successo. Se fosse rimasto giù per qualche secondo in più, il razzo sarebbe andato a finire altrove“. Una lazialità che si tramanda in famiglia, di padre in figlio: “Mia figlia è una grandissima tifosa laziale: non usa né il giallo, né il rosso quando colora. In questi giorni mi sta chiedendo spesso di suo nonno, dice che le manca tanto, e a soli 4 anni e mezzo ha un’intelligenza superiore. E’ più laziale di me“. Infine un grazie alla società e ai tifosi laziali: “Ringrazio la società per ricordare ogni anno papà e ringrazio anche i tifosi biancocelesti”.