Vincenzo Mirra, ex calciatore e allenatore biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio.
“A Torino andrà in scena una gara dalle tante difficoltà, superabili però grazie a una prova importante a livello offensivo. Contro il Bologna la Lazio ha disputato un’ottima gara, meritava qualcosa in più. Di solito queste partite nascono male e muoiono peggio: aver recuperato la gara in extremis è un fatto positivo.
Il Toro è una squadra attrezzata, che ha operato bene sul mercato e dispone di un allenatore che ha trasmesso valori importanti. L’esito della gara dipenderà molto da quanto verrà sollecitata la difesa della Lazio. Per il reparto arretrato non sarà una gara semplice.
Belotti ha grande potenza, Iago Falque e Ljajic hanno elevata qualità, saltano l’avversario con facilità, proprio come Felipe Anderson e Keita. La difesa biancoceleste non è rapidissima; se non ci sono le debite coperture, può andare in difficoltà.
Bisogna capire gli obiettivi imposti ad inizio stagione. Il Torino ha fatto una buona programmazione, poi il campo e i risultati daranno i giudizi finali. I granata possono dal settimo fino al quarto posto.
Le prime dieci partite sono strane, servono a capire le reali potenzialità delle varie formazioni, dopo di che si potrà iniziare a capire meglio quello che accadrà nel prosieguo del campionato.
La Lazio all’inizio ha trovato risultati senza un grande gioco; ora, proprio grazie ai risultati, ha migliorato il calcio espresso in campo.
Mi prendo ancora un paio di settimane per capire il ruolo che potrà recitare la Lazio.
Contro Torino e Napoli saranno scontri diretti? Facendo risultato nelle prossime tre contro Torino, Cagliari e Sassuolo, aumenterebbero le certezze per poi non avere più paura di nessuno.
La Lazio dovrà riproporre quel modo sbarazzino di giocare che era caratteristico del primo anno di Pioli. In parte ho rivisto questo domenica, quando la squadra ha rischiato di incassare il secondo gol in contropiede. Questo deve servire a migliorarsi e creare entusiasmo. La squadra di Inzaghi deve essere consapevole della propria forza: i tre davanti, quando stanno bene, possono spostare gli equilibri. A volte si può rischiare qualcosa ma partire con l’idea di non prenderle toglie certezze alla squadra. Per questo non ero d’accordo con il 3-5-2 schierato in quale partita precedente, perché rischiava di fare confusione. La Lazio è una medio-alta e deve avere una propria identità di gioco. E’ giusto prendere alcuni accorgimenti a gara in corso, ma la squadra di Inzaghi deve avere una forte convinzione nei propri mezzi.
Di Alessandro Rossi ho sentito parlare bene ma non avendolo visto di persona, non mi sbilancio nel dare un giudizio.“