Ospite illustre questo pomeriggio all’università Luiss Guido Carli: l’ex allenatore di Lazio ed Inter Roberto Mancini ha tenuto una lunga lezione in cui ha parlato prettamente di calcio e ovviamente non poteva mancare un riferimento ad uno dei suoi grandi amori…la Lazio.
“…A Roma sono arrivato a 33 anni, mi dicevano che sarei venuto solo per svernare. Cragnotti bruciò l’Inter sul tempo ed io arrivai a Roma. Appena arrivato vidi la mentalità che non era quella adatta, ci si accontentava troppo. Poi cambiò tutto e cominciammo a vincere, quella Lazio secondo me è stata una delle più forti squadre che ci siano mai state in Italia. Vinse poco per i valori che aveva. Però vincere uno scudetto con nove punti di svantaggio a sei giornate dalla fine vuol dire che la mentalità la cambiammo. L’attesa da Perugia? Avevamo già rischiato l’anno prima di vincerlo, ma il Milan ci arrivò sopra di niente. Speravamo che la sorte ci potesse ridare qualcosa indietro, e fu così. L’attesa è stata qualcosa di incredibile, che adrenalina” A proposito di Lazio non poteva mancare un accenno al rivale di sempre, Francesco Totti: “Appena ha iniziato vedevo in Totti me stesso, ho sempre un’ammirazione particolare. Non posso dire che bravo ad un calciatore che ha dato tutta la sua vita ad una sola squadra, che a 40 anni è ancora in campo e fa la differenza…” Parole riportate al portale agentianonimi